Femminicidi, il tremendo Natale di sangue in Sicilia

Femminicidi, il tremendo Natale di sangue in Sicilia

Un dolore senza fine.

Donne diverse. Sorrisi diversi. Spine nel cuore diverse. Speranze diverse. E, loro malgrado, una storia in comune: l’essere state massacrate da un uomo. E’ un tremendo Natale di sangue in Sicilia. Un cammino costellato di femminicidi, sulla strada dell’orrore e del dolore inferto.

Il martirio di Maria Amatuzzo

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Maria Amatuzzo, ventinove anni, è stata uccisa a Marinella di Selinunte, in provincia di Trapani, dal marito: Ernesto Favara. Il movente potrebbe essere stato la voglia della ragazza di andare via. Lui l’avrebbe inseguita nel cortile, massacrandola con un coltello: l’arma che, da quanto è trapelato, gli sarebbe stata trovata in mano. Favara non ha risposto al magistrato. “Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito qualcuno che gridava ‘aiuto, aiuto’, mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello nel cortile ancora col coltello in mano”. Questa la drammatica testimonianza di Antonino Favara, 56 anni, il fratello del presunto omicida.

Maria Amatuzzo

La ferocia contro Giovanna Bonsignore

Giovanna Bonsignore è stata spenta, con il suo sorriso, dall’ex compagno, Salvatore Patinella, che poi si è tolto la vita. E’ accaduto a Villabate, poco prima del femminicidio di Marinella di Selinunte. E’ un episodio che merita la più ferma condanna ha detto don Fabrizio Moscato, parroco di Villabate – e che, al tempo stesso, ci interroga in profondità perché è un’altra violenza avvenuta tra le mura domestiche, all’interno di una relazione affettiva. Dobbiamo parlarci, guardarci negli occhi, per ritrovare un senso comune di umanità”. L’omicidio-suicidio era stato, di fatto, annunciato dall’assassino con un post sui social.

GIOVANNA BONSIGNORE
Giovanna Bonsignore

Il dolore per Roberta

Lacrime, panchine rosse, tragedie incalcolabili che diventano memoria del lutto e prosecuzione di un rapporto d’amore, nella speranza di ritrovarsi. Come per due genitori coraggiosi: Iana Brancato e Filippo Siragusa, qui ritratti, a Caccamo, davanti all’edicola per la dolce Roberta, distrutta e riempita di luce. Nessuno dimenticherà mai Roberta Siragusa, vittima di femminicidio. Secondo quanto hanno stabilito i giudici di primi grado, l’autore dell’efferato delitto è l’ex fidanzato, Pietro Morrealecondannato all’ergastolo. Si terrà il processo d’appello. Nessuno dimenticherà i sorrisi delle ragazze, cancellati dalla violenza. Noi, oggi come sempre, non le dimenticheremo. (Roberto Puglisi)


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