La Gesip rimane fuori dalla Cig| Orlando: "Si trovi soluzione" - Live Sicilia

La Gesip rimane fuori dalla Cig| Orlando: “Si trovi soluzione”

Firmato l'accordo quadro per gli ammortizzatori sociali in deroga: dentro la Fiat e la Formazione professionale, fuori le società partecipate come la Gesip. Pagliaro (Cgil): "Nel 2012 era stata fatta una forzatura".

FIRMATO L'ACCORDO QUADRO
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PALERMO – Il nuovo accordo quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga, firmato oggi dalla Regione e dalle sigle sindacali e datoriali, non porta buone notizie alla Gesip. Le società private a capitale pubblico, infatti, sono state escluse per il 2013 e con esse quindi anche l’azienda del comune di Palermo. Rientrano nell’accordo, invece, sia la Formazione professionale che gli operai dell’indotto della Fiat di Termini Imerese.

Un fulmine a ciel sereno per i 1805 lavoratori di via Maggiore Toselli, che aspettavano invece il via libera ai quattro mesi di Cig chiesti a inizio gennaio dal liquidatore: la cassa integrazione avrebbe dovuto coprire il 2013 fino ad aprile, sulla falsa riga di quanto avvenuto con gli ultimi quattro mesi del 2012, per poi dare il via ad altri otto mesi nei quali i lavoratori sarebbero comunque dovuti tornare in servizio.

Ma il tavolo regionale, oggi, ha escluso questa possibilità e inferto un duro colpo al piano del sindaco Leoluca Orlando, che pure aveva ricevuto il sì del ministro Elsa Fornero e un’intesa di massima con i sindacati di categoria. Oggi però i confederali, che proprio ieri a Palazzo delle Aquile avevano firmato il protocollo d’intesa su Gesip, hanno avallato un accordo quadro che non prevede la Cig anche per le partecipate.

“Nel 2012 era stata fatta una forzatura – dice Michele Pagliaro della Cgil – noi non abbiamo cambiato idea, ma la legge ci impedisce di utilizzare la cassa integrazione in deroga anche per le partecipate. Il governatore Rosario Crocetta ci ha detto che se il ministero vuole aiutare la Gesip dovrà farlo con un intervento diretto al comune di Palermo. Noi, comunque, abbiamo fatto presente a Crocetta che il problema delle partecipate va posto ai massimi livelli”.

E sarebbe stato proprio il presidente della Regione, nel pomeriggio, a comunicare telefonicamente a Orlando l’esito della trattativa proseguita a oltranza: il governatore, però, avrebbe assicurato il primo cittadino sul fatto che Palazzo d’Orleans troverò risorse alternative. “Dopo l’incontro al ministero e dopo l’intesa raggiunta ieri con i sindacati – ha detto Orlando – è necessario che ognuno si assuma la responsabilità di fare la propria parte per risolvere una volta per tutte questa vicenda e permettere alla città di Palermo di poter fruire di servizi importantissimi per tutta la comunità”. Una presa di posizione che tende a rimettere la palla nelle mani di Crocetta, cui toccherà a questo punto trovare una via d’uscita alla vertenza visto che il piano del sindaco aveva tra i suoi punti fondamentali proprio la Cig.

L’accordo quadro, però, riserva anche altre sorprese: a causa dell’esiguità di risorse, varrà solo per sei mesi e non per un anno. Sarà comunque un toccasana per i dipendenti della Fiat o della Formazione che chiedevano rassicurazioni sul proprio immediato futuro. “Ma questo dimostra che le risorse non c’erano per tutti, come invece aveva detto il governo l’anno scorso”, commenta Pagliaro. I numeri parlano di un tesoretto da 108 milioni frutto della rimodulazione dei fondi europei, possibile grazie all’intervento del ministro Fabrizio Barca, di altri 70 milioni di economie del 2012 (per i quali il ministro Fornero dovrebbe firmare un apposito decreto venerdì insieme all’assessore al Lavoro Ester Bonafede), mentre le risorse destinate alla Sicilia per il 2013 arrivano solo a 21 milioni (sull’1,6 miliardi nazionali) contro i 200 necessari. Non sarà possibile, invece, cofinanziare la Cig con i soldi del Fondo sociale europeo.

E se la Cisl regionale si dice soddisfatta e dà appuntamento al monitoraggio che verrà effettuato a giugno, assai più pessimista è l’Ugl che non ha firmato l’accordo: “L’esclusione delle partecipate – dice il segretario generale Giuseppe Monaco – è una scelta politica, suffragata da una non meglio nota direttiva comunitaria. Ed è una scelta politica perché avrebbe potuto comprendere anche i lavoratori degli Ato o di altre partecipate, e questo non si voleva ma non possono esistere lavoratori di serie A e di serie B: è una discriminazione inaccettabile. Daremo battaglia”.

Secondo alcuni osservatori, infatti, sarebbe stata proprio la prospettiva di dover allargare la platea dei beneficiari alle partecipate di Catania o di Messina, oppure agli Ato, la molla che avrebbe fatto scattare l’alzata di scudi contro la Gesip: l’eccezione, fatta a dicembre, sarebbe stata difficilmente ripetibile specie dopo lo scandalo per l’utilizzo di 40 milioni destinati alle imprese proprio per finanziare la Cig.

 


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