Formazione, lavoro, strade | I "41 obiettivi" di Musumeci - Live Sicilia

Formazione, lavoro, strade | I “41 obiettivi” di Musumeci

Il governatore ha tracciato le linee guide per l'attività degli assessorati. Eccole.

PALERMO – Con 41 obiettivi strategici il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha fissato le direttive dell’agenda amministrativa del suo governo per l’anno 2018. Sono le linee guida indirizzate agli assessorati e all’organismo indipendente di valutazione che sintetizzano il percorso comunicativo che il governo regionale ha compiuto nei suoi primi mesi di vita.

Tra i punti c’è di tutto: i conti da rimettere in ordine, la riforma della formazione professionale, la crisi occupazionale, lo sviluppo del “Brand Sicilia”, il sostegno alle imprese, specialmente a quelle agricole, e l’efficientamento del sistema sanitario. C’è la Sicilia da rammendare a livello infrastrutturale e quella da salvare dai rifiuti. Ci sono, infine, anche le novità: la SuperIrfis, la soppressione degli enti inutili tra cui l’Ente di sviluppo agricolo, l’azienda unica dei trasporti su gomma e ferro; le riforme delle Ipab, della Protezione civile e del Corpo forestale, dei Consorzi di bonifica e, tra le tante, la riforma dell’urbanistica e la lotta all’abusivismo edilizio.

È una Sicilia “motore di crescita e sviluppo” quella immaginata nel documento la cui prima parola chiave è “finanza” con la rinegoziazione dell’autonomia finanziaria, il rientro dal disavanzo, la valorizzazione del patrimonio che nelle parti non funzionali all’attività regionale sarà dismesso. Si parla di modernizzazione dei servizi e semplificazione amministrativa con la volontà di redigere testi unici aggiornati. Infine, il governatore parla di più efficiente accertamento delle entrate, di razionalizzazione della spesa pubblica e di riordino degli enti del settore pubblico regionale e delle partecipate pubbliche.

Nel capitolo sugli enti locali si conferma la visione del governo di una Regione ente di programmazione. “In quest’ottica, – si legge – occorre potenziare le ex Province, decentrando competenze finora gestite dalla Regione, in aggiunta a quelle previste dalla legge 9 dell’86, accelerando la modifica della legge vigente, in materie di competenze dell’Ente intermedio”.

Si parla di diritto allo studio, di necessità di rendere attraente e competitivo il mondo degli atenei siciliani ma si parla soprattutto di formazione professionale della cui riforma si tracciano le linee giuda: attenzione alla domanda di formazione, inserimento di premialità per gli enti virtuosi, censimento degli iscritti all’albo dei formatori e degli operatori degli sportelli multifunzionali.

Parlando di turismo e cultura i temi chiave sono tessuto reticolare dei soggetti operanti in Regione, valorizzazione dei beni culturali, promozione degli eventi di richiamo e valorizzazione di borghi storici e rurali. Con questi pochi punti, che confermano in parte le azioni del precedente governo, si liquida velocemente la materia della quale maggiormente si parla quando si immagina il futuro sviluppo della Sicilia.

Nessuna novità per ciò che riguarda i rifiuti mentre parlando di sanità le parole della direttiva sono chiare. “Nel breve periodo – si afferma nel testo – occorrerà procedere ad una parziale revisione della rete ospedaliera per assicurare al sistema sanitario regionale una omogenea ed efficace presenza in tutta l’Isola, nel rispetto dei parametri posti dalla normativa nazionale. Dovranno essere privilegiate le azioni volte a garantire la sicurezza dei medici, nonché a motivare la medicina di base, anche attraverso le forme di aggregazione, con l’obiettivo di renderla quale filtro tra le famiglie e le strutture ospedaliere, onde evitare accessi impropri alle strutture di Pronto Soccorso”.

Ultimo punto è quello che riguarda le Infrastrutture. Qui l’agenda presidenziale rivela quanto la Sicilia abbia bisogno d’ordinaria amministrazione. Non ci sono grandi opere. Piuttosto si prevede l’ammodernamento e la manutenzione delle strade, il completamento delle opere incompiute e l’attuazione dei programmi di riqualificazione urbana per la riduzione del disagio sociale. Adesso l’individuazione degli obiettivi specifici di ogni assessorato passa ai titolari dei vari mini-ministeri regionali. 


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