Mai vista una pattuglia delle forze dell'ordine in quella zona ,mai visto un posto di blocco.

Mai vista una pattuglia delle forze dell'ordine in quella zona ,mai visto un posto di blocco.
Solidarietà e stima.
Perchè la Regione non interviene seriamente sulle linee aeree per garantire a chi vive e abita in Sicilia di potere raggiungere le altre città comodamente. Siamo anche noi italiani questo governo regionale come tutti gli altri si è dimostrato incapace di garantire a noi tutti siciliani la continuità territoriale. Che venga un Presidente della Regione più capace a far rispettare le ns esigenze senza dovere elemosinare ma pretenderle dal Governo Nazionale.
Per LaGalla occorrono funzionari laureati per far andare le cose.Assunzioni inutili.Il resto alla malora.
Infestano I quartieri che invadono e tormentano i residenti. Delinquenti da generazioni dalle nonne in poi.
Non è facile criticare questi due personaggi . Di solito i potenti tutti li temiamo ed inevitabilmente ci rifuggiamo nella ipocrisia. Non osiamo dire quello che pensiamo. Li critichiamo solo alle spalle. Ma sono entrambi inquietanti e questo è un dato obiettivo. Si giustificano e questo è indice di riconoscere di avere sbagliato. Ci sono tanti Siciliani onesti capaci è competenti. È una classe o casta politica molto discussa per ovvi motivi. Occorre dare spazio a chi merita di stare nelle istituzioni.
Ma di qual onere parliamo? Il fatto è ampiamente provato da duemila testimoni: la famiglia Cuffaro ha organizzato una gran festa proprio il 19 luglio. Dunque rimangono solo le intenzioni, cioè il perché di quella festa nel giorno anniversario della strage di via D’Amelio. Francamente non si può chiedere ad alcuno di provare le intenzioni di chicchessia. Allora, tutto si riduce ad un dilemma cornuto, tra le parole del capofamiglia Cuffaro che per un vuoto di memoria parla di “un peccato di superficialità” e le parole di un altro siciliano vissuto un po’ di tempo fa, Nino Martoglio, che così ai suoi tempi argomentava: “C’è l’omu dintra l’omu, e spissu è un gran gianfuttiri cui pari un galantomu”. È sempre da preferire il peccato veniale, che dopo l’atto di dolore, un’ave e un pater chiudono la questione.