Governo ko all'Ars, bocciato il Defr | Musumeci: "Non sarò ostaggio" - Live Sicilia

Governo ko all’Ars, bocciato il Defr | Musumeci: “Non sarò ostaggio”

Il governatore fa appello all'Aula, ma la maggioranza va sotto. Il documento torna in Commissione.

IL DIBATTITO SUL DEFR
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PALERMO – Musumeci esce sconfitto dall’Ars. Il Defr 2018-2020 del suo governo è stato bocciato, certificando la fine della maggioranza. Il testo è stato rispedito in Commissione. E in Aula il governatore Musumeci è “esploso”, lasciandosi andare in un discorso in cui ha manifestato tutta la sua delusione per l’andamento del dibattito: “Non sarò ostaggio di nessuno, né io né il mio governo. Fuori da qui migliaia di siciliani aspettano risposte, noi ne abbiamo proposte alcune. Che senso ha, adesso, delegittimare il governo? Non possiamo giocare al tanto peggio, tanto meglio. Abbiamo aperto una porta e voi rispondete sbattendoci quella porta in faccia”.

L’Assemblea regionale siciliana ha bocciato l’ordine del giorno per l’approvazione del Defr con 32 voti contrari e 32 favorevoli, su 65 presenti (un deputato non ha votato); per il via libera al documento servivano 33 voti. Pd e M5s hanno votato contro. È il segno tangibile di una maggioranza che non esiste più. Tanto da spingere il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, a intervenire subito dopo: “Il presidente Musumeci valuti serenamente la situazione: non fa bene alla Sicilia avere un governatore che un giorno si e uno no, ripete di non avere una maggioranza”. L’aula è stata subito sospesa ed è stata convocata la conferenza dei capigruppo che ha stabilito: Defr in commissione Bilancio domani a mezzogiorno e ddl di proroga dell’esercizio provvisorio domani in aula alle 16.

“A chi serve questa eterna campagna elettorale? – ha chiesto il presidente della Regione. – Se ci vogliamo confrontare, facciamolo qui con la telecamera sul volto e alla luce del sole; se pensate, invece, che per ottenere il voto io debba confrontarmi con qualcuno dietro le quinte, potete scordarvelo: se il Parlamento non mi consentirà di lavorare, non ho alcuna difficoltà a riconsegnare la Sicilia al voto dei cittadini. Lasciatemi dire che sono davvero deluso dal dibattito a cui ho assistito stasera”. 

Il presidente aveva provato a invocare il senso di responsabilità dell’opposizione: “Quanto è debole e fragile la memoria di alcuni quando cambiano la stagioni. Abbiamo giurato tutti e 70, al momento dell’insediamento, non di mettere i bastoni tra le ruote al governo, ma di operare con scrupolo e coscienza nell’interesse della Sicilia”. Gli ha risposto sempre Lupo: “Non è colpa della legge elettorale se Musumeci non ha più maggioranza, quando è stato eletto l’aveva e l’ha persa per strada. Se Musumeci pensa di non poter più governare, allora meglio che si dimetta davvero”. 

Il dibattito all’Ars si è infuocato – tanto che il M5s ha parlato di un Musumeci “oltremodo innervosito e arrogante” – durante la discussione del Documento di Economia e finanza regionale, rispedito poi in Commissione, mentre si procede verso l’esercizio provvisorio. Dopo l’approvazione in giunta del ddl, il testo con cui il governo proroga fino al 30 aprile l’esercizio provvisorio è stato approvato anche dalla Commissione Bilancio dell’Ars. Ma a preoccupare il governatore è anche il voto segreto: “Quando invoco l’abolizione del voto segreto – ha detto – non lo faccio per evitare le imboscate sul voto alla Finanziaria, ma credo di poter dire che l’abolizione del voto segreto sia stata la volontà di tutti. È un peccato? È un errore? Lo vogliamo fare dopo la Finanziaria? Ma il diritto alla stabilità non è un privilegio del governo Musumeci”. 

“Sono davvero deluso dal dibattito di questa sera – ha concluso Musumeci. – E con la serenità dei credenti lasciatemi augurare una Buona Pasqua a tutti perché credo che ne abbiamo bisogno”.

La caduta di Musumeci arriva, a sorpresa, anche davanti all’assessore dimissionario Vittorio Sgarbi, che, a sorpresa, ha fatto ingresso a sala d’Ercole. L’assessore dimissionario s’è seduto nei banchi del governo, accanto all’assessore al Turismo Sandro Pappalardo. C’è stato uno scambio di sguardi con il governatore Nello Musumeci, seduto due poltrone più in là. Il nervosismo tra i due era tangibile. Nel pomeriggio anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza aveva lanciato, con una nota, un invito a “trovare convergenze programmatiche“.

Il dibattito in Aula che ha portato alla bocciatura del Defr è passato da interventi molto duri da parte delle opposizioni. “Senza polemica – ha detto in aula, con ironia, il parlamentare del Gruppo Misto, Cateno De Luca – credo utile che il Governo ritiri questo documento e lo sintetizzi con una frase di due righe: ‘Non siamo in grado di declinare gli interventi strutturali di cui c’è bisogno’. Abbiamo persino nominato una Commissione di saggi per sentirci dire quello che conoscevamo da tempo, una lista di statistiche trite e ritrite. Dal presidente Musumeci e dall’assessore Armao mi sarei aspettato piuttosto un documento con un’anima ed una visione”. “Il Defr del governo Musumeci è drammaticamente vuoto. È il primo documento con il quale l’esecutivo si presenta in aula, e non contiene nessuna scelta di indirizzo. Ci sono solo una serie di ‘auspici, di ‘titoli’ sui quali siamo tutti d’accordo: bisogna sostenere lo sviluppo, l’economia e l’occupazione. Come fare, però, non c’è scritto”, ha detto Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd, intervenendo in aula. 

Il prossimo appuntamento per il governo Musumeci all’Ars è l’esame del disegno di legge per l’esercizio provvisorio. Ma i confini incerti della sua maggioranza, rendono incerto anche il futuro della legislatura.


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