I verbali del pentito Laudani: |"Così è nato il tesoro di famiglia" - Live Sicilia

I verbali del pentito Laudani: |”Così è nato il tesoro di famiglia”

Droga e affari, così è cresciuto il potere dei Laudani

le carte della magistratura
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CATANIA. La “Zia Mariella”, amministratrice del tesoro dei Laudani, non era ricca di famiglia, stesso discorso per il marito. Il pentito Giuseppe Laudani, interrogato dai pm dell’operazione Vicerè spiega come sarebbe nato il tesoro che ha fatto dei Laudani una delle famiglie più potenti della Sicilia orientale.

E’ il 1999 quando viene acquistata dal pentito Giuseppe Laudani la prima partita di stupefacenti. “Nel ’99 la prima volta che abbiamo acquistato la droga – racconta il pentito Laudani ai Pm- e tramite mia zia praticamente ci ha dato questi soldi per investirli nella droga e tutte cose”. Il denaro sarebbe stato portato a casa di Alberto Caruso (anch’egli arrestato) a Canalicchio, in via Pietra dell’Ova. All’epoca il collaboratore era ancora un adolescente, aveva solo 17 anni. La tenera età di Giuseppe avrebbe preoccupato in un primo momento la zia Mariella, la quale avrebbe deciso di fidarsi del nipote prestandogli il denaro da investire nella droga. “Mia zia, difatti, si preoccupava del fatto che noi questi soldi li potevamo rovinare (…) che li spendevamo, che avremmo fatto un brutto affare, insomma”. Ma col tempo le attività della famiglia ingranarono e tra la zia e il nipote s’instaurò una solida alleanza. “Mia zia -continua il collaboratore- sempre con me partecipava all’affare, perché dopo andando più avanti nel 2004/05 sempre con mia zia abbiamo fatto affari, perché lei quello con cui non voleva fare affari era il figlio Iano piccolo, completamente … Dice che gli faceva fare fregature, e basta”.

La Scuderi lasciava, inoltre, piena libertà ai nipoti di stabilire la percentuale del guadagno che riuscivano a ricavare dall’affare, come racconta il pentito. “20 milioni ad esempio, dava 60 milioni, ce ne davano 20 milioni, gliene tornavamo 80 ad esempio”.

L’impero messo in piedi sino ad allora era stato realizzato tramite risorse economiche derivanti dalle svariate attività criminali perpetrate dalla famiglia Laudani. Ma c’è un altro punto sul quale i Pm si soffermano durante gli interrogatori: riguarda i soldi prelevati dalla Scuderi da una concessionaria e successivamente consegnati ai suoi stretti affiliati perché acquistassero la droga. Una prima somma finita nelle mani del pentito Giuseppe laudani ammontava a 60 milioni di lire, cifra necessaria per avviare il traffico di sostanze illecite. Sempre soldi consegnati in contanti.

 

 


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