Il Gip ordina nuove indagini su Ciancio |"Concorso esterno e riciclaggio aggravato" - Live Sicilia

Il Gip ordina nuove indagini su Ciancio |”Concorso esterno e riciclaggio aggravato”

Colpo di scena nel procedimento a carico di Mario Ciancio: il Gip Barone ha ordinato nuove indagini alla Procura che aveva chiesto l'archiviazione. Giovanni Salvi ha assegnato a se stesso il fascicolo. Scattano i 150 giorni di tempo per gli approfondimenti. L'avvocato dell'editore: "Fiducia nell'operato della Procura" TUTTI I PARTICOLARI

LA PROCURA AVEVA CHIESTO L'ARCHIVIAZIONE
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CATANIA – “Nuove indagini su Mario Ciancio”, lo ha ordinato il Gip Luigi Barone, cestinando la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo quanto ha disposto Barone, la Procura ha 150 giorni di tempo per effettuare accurate indagini sull’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio aggravato dal favoreggiamento alla mafia. Insieme a Ciancio è indagato l’imprenditore Antonello Giostra, ma a quest’ultimo non viene contestata l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa.

La Procura aveva chiesto l’archiviazione per le ipotesi a carico di Mario Ciancio ritenendo che le fonti raccolte “non hanno permesso di sostenere che Ciancio ha avuto nel tempo alcuni rapporti con persone legate a Cosa Nostra, naturalmente l’esistenza di rapporti con questi personaggi non costituisce di per sé reato, restando da dimostrare che Ciancio fosse a conoscenza della qualità delle persone con cui veniva in contatto e comunque se tali rapporti si siano mai tradotti in un contributo causale a quella associazione mafiosa”.

Il 13 novembre, mentre si concludeva l’udienza in camera di consiglio, Enzo Musco, legale di Mario Ciancio, confidava nell’accoglimento della richiesta di archiviazione: “Il pm Fanara -sosteneva Musco- ha fatto un’indagine assolutamente penetrante, tutti gli aspetti della sua vita sono stati esaminati e la conclusione è quella giusta”.

“Noi -aggiungeva Musco- non abbiamo portato alcuna prova, abbiamo prodotto soltanto un documento sui soldi che sono stati incassati dai soci della Icom, abbiamo anche sostenuto che la linea editoriale del giornale La Sicilia è stata sempre corretta, e vicina alla magistratura”.

Un troncone del procedimento è dedicato -come svela il mensile “S” attualmente in edicola- ai fondi milionari che Ciancio avrebbe esportato all’estero. Secondo le ipotesi della Guardia di finanza, si tratterebbe di “fondi neri -si legge nella richiesta di archiviazione- sia perché un’operazione così complessa non avrebbe altrimenti senso, sia perché l’operazione è effettuata con società off shore e in paradisi fiscali, sia in quanto alcune conversazioni intercettate emerge che Ciancio discuteva con persone fidate di come operare delle transazioni senza dichiarare le stesse al Fisco”. La Procura precisava anche che “si tratta solo di un’ipotesi investigativa che non appare aver ricevuto la consistenza di una notizia di reato”.

Su queste basi, gli inquirenti non hanno proceduto con le rogatorie necessarie per approfondire ogni retroscena, ritenendo i fondi all’estero collegati con l’ipotesi di concorso esterno per la quale si chiedeva l’archiviazione. “Una volta archiviato il presente procedimento penale -sosteneva la Procura di Catania- quest’Ufficio autorizzerà la guardia di finanza ad utilizzare i dati fino ad oggi raccolti in via amministrativa per effettuare ulteriori accertamenti e, ove emergerà una notizia di reato di natura tributaria, sarà certamente la guardia di finanza a comunicare la notizia a questo ufficio”.

Più volte, è bene precisare, Enzo Musco ha sottolineato la totale estraneità di Mario Ciancio alle ipotesi che la stessa Procura ha ritenuto smentite dagli accertamenti effettuati negli ultimi 4 anni. Adesso però, con la pronuncia del Gip Luigi Barone, potrebbero aprirsi nuovi scenari.

Musco fa sapere questo pomeriggio di avere fiducia nell’operato della Procura: “In relazione all’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari con la quale non è stata accolta la richiesta di archiviazione e sono state disposte nuove indagini nei confronti di Mario Ciancio – scrive in una nota – esprimiamo piena fiducia nell’operato sin qui svolto dalla Procura di Catania e nel successivo accertamento”.

“Gli elementi di indagine già acquisiti e posti a sostegno dell’archiviazione – aggiunge il penalista – quali le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, l’essere tutti i soci del progetto Icom estranei a qualsiasi sodalizio criminale, la trasparenza di ciascun operazione contabile e immobiliare, depongono in maniera chiarissima a favore dell’estraneità del dottor Ciancio dai fatti oggetto della stessa indagine”. “Soltanto una lettura ideologicamente orientata – sostiene il prof. Musco – può pervenire a una diversa conclusione. Ribadisco che il dott. Ciancio non ha avuto, neppur lontanamente, alcun rapporto con ambienti mafiosi o personaggi legati a associazioni mafiose e – conclude il legale – non ha compiuto alcuna attività di riciclaggio”.


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