L'inchiesta Interporti: domani il verdetto del Riesame - Live Sicilia

L’inchiesta Interporti: domani il verdetto del Riesame

Ieri mattina udienze chieste dai difensori dell'ex deputato D'Asero, della dipendente Sangiorgi e dell'imprenditore Luigi Cozza.
TRIBUNALE DI LIBERTA'
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CATANIA. Quarantotto ore per un verdetto destinato a segnare un importante spartiacque nell’inchiesta sulla Sis, la Società degli interporti siciliani, per cui i carabinieri hanno posto agli arresti domiciliari quattro persone, tra cui l’ex amministratore, con accuse a vario titolo di corruzione, peculato e induzione indebita a dare o promettere utilità. Si sono svolte questa mattina, dinanzi ai giudici del Tribunale del Riesame di Catania, le udienze chieste dai difensori di tre dei quattro arrestati, ovvero l’ex deputato Antonino D’Asero, la dipendente della Sis e compagna di D’Asero Cristina Debora Sangiorgi e l’imprenditore Salvatore Luigi Cozza.

Dinanzi a un collegio di sei giudici, presidente Giuliana Sammartino, hanno discusso stamani i propri ricorsi i legali di D’Asero, gli avvocati Tommaso Tamburino e Isabella Giuffrida; della Sangiorgi, l’avvocato Francesco Giammona; e di Cozza, l’avvocato Carmelo Peluso. Udienze che sono durate all’incirca un’ora ciascuna, al termine delle quali è stato fissato il termine perché sia depositata l’ordinanza del Riesame: quarantotto ore dalle 13 circa di oggi. Sarà giovedì, insomma, il momento in cui si comprenderà se le accuse avranno superato il vaglio del Riesame; se gli indizi, insomma, in questa fase reggeranno, in sede cautelare, alla luce delle argomentazioni difensive.

Il Tribunale di Libertà si pronuncerà invece solo la prossima settimana rispetto alla posizione dell’ex amministratore unico della Sis, Rosario Torrisi Rigano, come detto arrestato anch’egli nell’ambito dell’inchiesta, la cui udienza è stata fissata per i primi giorni della prossima settimana. Va detto che due indagati sui tre – in riferimento a coloro i cui ricorsi sono stati discussi oggi – avevano risposto nell’interrogatorio di garanzia, così come fatto anche dal quarto indagato, Torrisi Rigano.

Sia D’Asero che la Sangiorgi avevano risposto al Gip provando a chiarire la propria posizione. Il primo è accusato di aver fatto pressioni a esponenti dello scorso governo regionale per favorire la seconda. Pressioni che non ha negato, in sostanza, pur sottolineando che a suo dire non si sarebbe mai trattato di pressioni illecite o per ottenere qualcosa di illecito, ma solo per riparare a presunte ingiustizie di cui sarebbe stata vittima la Sangiorgi. Quest’ultima, dal canto suo, ha sostenuto di non aver mai ottenuto “favori”, che il suo reintegro in società dopo il licenziamento fu il frutto di una trattativa sindacale e non certo di pressioni politiche; e descritto un contesto ambientale non esattamente amichevole in cui si sarebbe trovata a lottare per difendere i propri diritti.

Anche Torrisi Rigano, va ricordato, ha negato ogni responsabilità, respingendo al mittente l’accusa di corruzione in concorso con l’imprenditore Cozza e chiarendo la propria posizione in relazione alle altre ipotesi di reato; sostenendo, tra l’altro, di esser stato proprio lui ad andare in Procura a segnalare le pressioni che avrebbe ricevuto in merito alla dottoressa Sangiorgi, da esponenti dell’ex governo regionale a cui si era rivolto D’Asero. Torrisi Rigano è difeso dall’avvocato Dario Pastore. Cozza, infine, nell’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere, pur rendendo delle spontanee dichiarazioni al Gip e provando a chiarire anch’egli la propria posizione.


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