Lavoro, Inps: “In Sicilia 90 milioni di euro di contributi evasi”

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I risultati dall’attività ispettiva svolta in Sicilia nel 2024

PALERMO – Crediti evasi e prestazioni previdenziali illegittime per quasi 90 milioni di euro e circa 15mila rapporti di lavoro fittizi, in nero e irregolari. È quanto emerge dall’attività ispettiva svolta in Sicilia, nel corso del 2024, dalla Direzione regionale dell’Inps, che ha presentato i risultati dell’indagine in conferenza stampa dalla sede istituzionale di Palermo in via Maggiore Toselli.

Ad esporre i dati, il direttore generale Inps Sicilia, Sergio Saltalamacchia, e il Dirigente area regionale vigilanza entrate, Fabio Basiricó.

L’indagine 

L’attività ispettiva è servita ad individuare e sanzionare ogni pratica volta a sfavorire la leale concorrenza fra le imprese nel mercato. Sotto la lente dell’Istituto, nei 12 mesi, sono finite ben 824 aziende siciliane. In particolare, sono state esaminate le case di cura e di riposo e sono stati sottoposti a verifica alcuni contratti di rete, soprattutto allo scopo di individuare un eventuale utilizzo distorto del distacco dei lavoratori.

Altri accessi ispettivi hanno riguardato i pubblici esercizi delle località ad alta vocazione turistica, una grande impresa operante nel settore del food delivery ed alcune Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab), ancora esistenti, funzionanti e operative solo in Sicilia. Accertate cospicue somme di contributi non versati ed una presenza davvero minima di enti con una posizione contributiva regolare.

I dati 

Nello specifico, delle 824 aziende ispezionate dall’Inps solo 88 sono risultate regolari. Tra sanzioni e contributi non versati è stato accertato un credito di oltre 62 milioni di euro, da aggiungere ai circa 28 di prestazioni previdenziali percepite illegittimamente, e sono stati riscontrati anche circa 15 mila rapporti di lavoro non conformi: 5131 fittizi, 8908 irregolari e 577 in nero. 

L’indagine sulle case di cura 

L’attività di indagine sulle case di cura e di riposo ha riguardato 45 strutture. Solo una è risultata regolare. I crediti accertati tra contributi evasi e sanzioni ammonta a più di 2 milioni di euro e sono stati scoperti 88 lavoratori in nero.

Non sono rari i casi di realtà aziendali totalmente sommerse, o che denunciano all’Inps l’impiego di un numero irrisorio di lavoratori (talvolta, uno soltanto), assolutamente irragionevole in rapporto alla tipologia di servizi prestati.

Sono 19 i rapporti di lavoro annullati e 7 quelli riqualificati come lavoro autonomo, con conseguente iscrizione nella pertinente gestione previdenziale. Non pochi, fra questi, i soggetti che risultano avere indebitamente percepito prestazioni come Naspi, reddito di cittadinanza o di inclusione.

I contratti di rete

Per quanto riguarda i contratti di rete, la campagna ispettiva dell’Inps, condotta congiuntamente ai carabinieri del nucleo ispettivo del lavoro, ha portato alla luce ben 603 distacchi illeciti, riguardanti altrettanti lavoratori impiegati in sei imprese di trasporto merci e logistica attive nelle province di Palermo e Catania. Una trentina in totale sono le aziende coinvolte nel vorticoso giro di distacchi, per un addebito pari a circa 2,5 milioni di euro di contribuzione evasa più 1,2 milioni di somme aggiuntive.

Irregolarità nel Turismo

Importanti irregolarità riscontrate anche nel settore del Turismo. Nell’ambito dell’operazione “eSTATE IN REGOLA”, condotta congiuntamente dall’Inps e dalla guardia di finanza sul territorio di Messina, durante la stagione estiva, è emerso un numero complessivo di 115 lavoratori in nero.

I controlli eseguiti presso bar, ristoranti, pub e stabilimenti balneari, hanno determinato un numero cospicuo di provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per utilizzo di manodopera in nero e di lavoratori denunciati per aver indebitamente percepito indennità mensile disoccupazione (Naspi) e reddito di inclusione. E non sono certo mancate anche irregolarità di natura sanitaria che hanno richiesto l’intervento del Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Messina. 

Le Ipab

Imponente il fenomeno di insolvenza contributiva che riguarda le Ipab. Si stima che siano circa 600 i lavoratori interessati, dipendenti delle 85 Ipab censite all’Inps, per i quali risultano periodi lavorativi non denunciati e contribuzione non versata.

Le 50 ispezioni fin qui portate a termine, hanno condotto all’addebito di circa 22 milioni di euro fra contributi non versati e somme aggiuntive. Dagli accertamenti condotti nell’anno 2024, sono scaturiti inoltre verbali per circa 4,3 milioni di euro di contribuzione dovuta e 2,9 milioni di sanzioni.

Food delivery

Infine, un’importante operazione ispettiva ha riguardato una grande impresa operante a Palermo e zone limitrofe nel settore del food delivery. Dagli accertamenti condotti dagli ispettori INPS, è emerso che i lavoratori occupati con mansioni di fattorini (i cosiddetti rider), formalmente assunti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, erano in realtà dei veri e propri lavoratori subordinati.

La riclassificazione da co.co.co. a dipendenti, degli oltre 500 lavoratori impiegati lungo un arco temporale di 5 anni ha comportato, ai danni dell’azienda, l’addebito di circa 6 milioni di euro di contributi e 1,7 milioni di sanzioni.


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