"Io, avvocato con il Covid, mi sono salvata per miracolo"

“Io, avvocato con il Covid, mi sono salvata per miracolo”

La storia di Rosalba Di Gregorio, legale molto conosciuta a Palermo.

PALERMO- L’avvocato Rosalba Di Gregorio al telefono ha una voce squillante e chiede conferma: “Come parlo adesso?”. Bene. “Meno male, sono sopravvissuta per miracolo al Covid”. Lei ha vinto la causa contro la pandemia, affrontandola con la consueta grinta. Non è tutto, serve anche altro, però e molto. Adesso racconta con la sua voce. Viva.

“Non lo so come l’ho preso e quando. In studio ho sanificato tutto, ho messo il plexigas e ho evitato, il più possibile di andare in tribunale. Il 25 febbraio ho fatto il tampone di controllo, quello molecolare. E sono risultata positiva, come mi hanno comunicato la sera stessa. Sono stata a casa asintomatica per cinque o sei giorni, poi un po’ di febbricola che ho controllato con la Tachipirina. Il giorno otto marzo comincio a desaturare in modo serio. La corsa al pronto soccorso Covid del ‘Cervello’ e la Tac. Polmonite al trenta per cento, dopo un po’ finisco in terapia intensiva respiratoria”.

Siamo nel reparto coordinato dal dottore Giuseppe Arcoleo, una delle ‘fabbriche dei miracoli’ che, in Sicilia, salvano pazienti anche gravissimi. Il racconto prosegue: “Un incubo di cinque giorni. Non riuscivo a respirare ero sconvolta. Vedi le persone che muoiono intorno a te, sei sempre accompagnata dal rumore dei monitor. Come era il reparto? Efficientissimo. Tutti sempre presenti, garbati e pronti. Non lasciano mai i pazienti soli. Lì, dopo la paura, ho maturato la mia svolta mentale: Rosalba ce la devi fare, mi sono detta. Ho combattuto e sono stata fortunata. L’unico appunto? Il cibo che non mi è piaciuto, ma forse contano sul fatto che i malati di Covid perdono il gusto e l’olfatto… “.

“Sono passata in terapia semi-intensiva e martedì, finalmente, sono uscita. Ora sto a casa ed è un’altra cosa. Vorrei aggiungere solo questo: le categorie a rischio andrebbero vaccinate e gli avvocati sono una categoria a rischio, perché vanno sempre in giro e hanno un contatto ravvicinato con il pubblico. Volete i processi? Proteggete gli avvocati. E adesso stacco che devo riposare un po’”. In sottofondo, al posto del pigolio del monitor, la quieta risacca di un televisore.


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