Si stringe il cuore a parlare con i medici, con gli infermieri, con gli operatori, con chiunque sta lottando. Perché in quelle parole senti tutta la forza, tutto l’amore, tutta la capacità di guarire il prossimo e tutta l’impotenza.
Chi ha un amico o un familiare che indossa il camice bianco – tutto il personale sanitario, nessuno escluso – sa quanto sono tremendi questi giorni di Coronavirus, per lo stress fisico e lo strazio dell’anima.
E dobbiamo essere grati ai nostri meravigliosi professionisti della speranza. Purtroppo, negli ospedali, in Sicilia e non solo, mancano i presidi di sicurezza, mancano le mascherine, mancano molte cose. E vorremmo che ci fosse un più concreto sostegno, evitando polemiche istituzionali sterili, se non altro per rispetto.
C’è un coraggio smisurato in corsia, grazie a donne e uomini che stanno dando ogni goccia di forza. Ma dire ‘bravi’ non basta.
Vanno soprattutto aiutati, in qualunque modo.