La guerra delle "gabbine" - Live Sicilia

La guerra delle “gabbine”

Il dibattito popolare tra i sostenitori delle spiagge libere e quelli dei lidi è risalente, e si riaffaccia a ogni inizio stagione in tutta l’Isola. Le ragioni di chi sostiene che il mare, o meglio il suo lido, é di tutti e quelle di chi preferisce qualche limite, e onere economico, in cambio di pulizia e sicurezza, si lacerano in un confronto senza soluzione.

La bella stagione è stata in ritardo un po’ dappertutto, tanto che gli albergatori hanno gridato al “meteoterrorismo”. Sembrano lontani quei tempi felici, opulenti in modo sconsiderato, nei quali già ai primi di maggio si esibivano epidermidi lucide e bronzee, e poco importava che le millantate Maldive fossero, in realtà, il terrazzino di casa. Sole e benessere erano un binomio inscindibile. Quando piove in estate, è il caso di dirlo, piove sul bagnato, e il bagnato è la crisi che già da qualche anno attanaglia gli esercizi commerciali legati alla stagione estiva.

Lo scenario ovunque ha rimandato, fino a qualche giorno fa, a spiagge spopolate e ombrelloni chiusi: il “forno Africano” che tutti paventavano sembrava un miraggio, più che un incubo ricorrente. Sebbene in Sicilia, e non solo, i lidi fossero ancora deserti, contro le cabine della spiaggia di Mondello si era, nelle scorse settimane, abbattuto quello che è stato definito – per rimanere in zona meteo – uno tsunami di “no alle cabine”, sospinto dalla valanga di firme raccolte per eliminare le capanne in legno che da anni caratterizzano la spiaggia della zona balneare palermitana.  In seguito al lancio online di una petizione, il Movimento Cinquestelle in breve tempo aveva raccolto oltre 5000 sottoscrizioni, partendo dall’assunto che la gente fosse stufa delle cabine, descritte da qualcuno come “anacronistiche ed orrende”. Tuttavia il GIP ha respinto la richiesta di sequestro perché non si è ravvisato il fumus del reato (si veda Live Sicilia del 19 giugno scorso). Pertanto, la questione è ancora aperta.

Lasciando ai giusperiti il contenzioso, è da rilevare che, in effetti, il dibattito popolare tra i sostenitori delle spiagge libere e quelli dei lidi è risalente, e si riaffaccia a ogni inizio stagione in tutta l’Isola. Le ragioni di chi sostiene che il mare, o meglio il suo lido, é di tutti e quelle di chi preferisce qualche limite, e onere economico, in cambio di pulizia e sicurezza, si lacerano in un annoso confronto senza soluzione. Quest’anno, riguardo a Mondello, sin da aprile la questione delle cabine aveva sollevato un vasta partecipazione degli internauti, un vero scontro verbale, attendibile, nella sua autenticità, riguardo alle concrete posizioni dei cittadini, tra detrattori e favorevoli. Alcuni brani del confronto “nature”, che tale si è voluto lasciare, sono particolarmente interessanti.

A chi dichiara, icasticamente e con vaghe sfumature di minaccia, che: “è ora di farla finita con questa mafia delle cabine che sono uno scempio!!!!!!!!!!!!!! se dovessero coprire tutto e dare le autorizzazioni, scattano mille ricorsi… occhio !!!! non se ne può più di questo schifo”, di rimando, qualcuno ribatte: “Ottimo per i 3000 lavoratori che sbarcano il lunario tutto l’anno grazie ai 3/5 mesi della stagione! Palermo è contenta di lasciare circa 3000 lavoratori a casa senza dar da mangiare alla propria famiglia! Che bello!!!”. Si risponde: “Contentissimo…. Sarebbe proprio l’ora di finirla con questo MONOPOLIO. La spiaggia è per TUTTI (specialmente x quelle persone che non possono permettersi di pagare una capanna 1.000 €)”. A questo punto, un filosofo decreta: “Che paese di m….!”. L’assunto scatologico viene subito sottoscritto.“Si è vero!!! Il rischio inciviltà è da prendere sul serio in considerazione!!!! Istituire un organo di controllo per il mantenimento e la pulizia della spiaggia? Oppure adottare il modello Playa a Catania!!!! Tanti lidi, attrezzati, puliti ed a prezzi accessibili!!!! Ovviamente lasciando pezzi di spiaggia libera!!!!! Rispondo anche a qualcuno che ha scritto che senza cabine la gente di basso ceto prenderebbe il sopravvento. Beh ricordo che anche con le cabine quei pochi metri di spiaggia che c’erano tra le cabine stesse e la battigia erano affollate di gente per lo più di basso ceto, quindi…”.

E ancora: “Non mettono più le cabine? FANNO BENE!! Solo solo che non dobbiamo vedere il Grezzume palermitano con teglie di pasta al forno per tutta la spiaggia… le cabine deturpano il paesaggio… sono abominevoli!! Basta con queste usanze vecchie che non fanno altro che riempire le tasche di mafioselli della zona… deve finire questo scempio!! Felice che rimangano poche persone senza lavoro per il bene della città di Palermo che avrà finalmente la spiaggia che merita!! Adesso si cambia!”. Il medesimo commentatore aggiunge quindi: “ P.S. ho saputo che tra qualche settimana verranno messe le cabine… quindi mi sono sgolato per niente!!”. Intanto qualcun altro -possibilmente un fautore della pasta al forno che, occorre dire, a seconda dell’orario, più che riprovazione suscita profonda invidia e ingordigia- aggiunge, di contro: “Io invece non sono per niente contento che non si montino le cabine. Almeno qualcuno pensa a pulire la spiaggia. Se non ci fosse la società anche la spiaggia sarebbe un porcile come tutte le coste libere. A Palermo ancora nessuno ha capito che libero il mare non si può lasciare: diventa subito discarica, bottiglie, carta, plastica e altro schifo. Quindi viva le cabine”.

Un linguista si introduce nella conversazione e precisa: “le GABBINE, prego”, seguito dalla “mamma” che chiede, in modo lievemente involuto: “Ma è giusto che la spiaggia e libera per tutti per andare a Mondello con i bambini ci vogliono 20 euro per entrare?”. Le organizzazioni presenti in altre zone della Sicilia vengono ulteriormente evocate: “E quindi? Meglio così no? Ridicole quelle cabine in una bella spiaggia come Mondello!!!! Ci sarà più spazio per tutti !!!! Perché non adottare un modello tipo San Vito?? Sdraio, ombrelloni a prezzi modici quindi accessibile a tutti!!! Sbaglio?? Le cabine… ancora… nel 2014… dai un pò di innovazione e creatività…”. Prontamente raccolta la dritta filologica, un dissenziente controbatte: “La stagione offre 2000 posti di lavoro x tre mesi togliere il servizio gabine comporta disoccupazione e spiaggia sporca a noi del posto non interessa tenere la spiaggia libera porterebbe solo gente di basso ceto rapine e altro, Mondello è nata x essere visuta con le gabine” (sic e senza intento ironico).

Il Salomone di turno prende quindi la parola per un giudizio tranchant. “Ma che valanga di porcate che trovo scritte nei commenti. La fazione “PRO-GABBINA” e quella “SPIAGGIALIBBERA”. In entrambi i casi tuttavia ci si lamenta di persone di “basso ceto” (in relazione a chi o cosa è un mistero) che possano infestare la spiaggia e farla diventare una latrina; cosa POTENZIALMENTE vera, se non si tenesse a mente: – Un buon 70% di chi ha la “gabbina” a Mondello è colui che viene definito in modo alquanto artistico, un piruocchiu arrinisciutu; con le varie sfaccettature che questa definizione comporta. – La spiaggia rimane comunque una latrina, visto che viene pulito il “sopra sopra” giusto per la pace della micro-coscienza del “gabbinaro” che regolarmente affosserà nella sabbia i mozziconi di sigaretta, le carte dei gelati, i bicchieri della granita e via discorrendo. – Le “gabbine” sono loculi posti in verticale e dipinti (qualche decennio fa) in un azzurro che peggio non si può, spesso condivise da 3 o 4 gruppi di persone, che si trovano ad ammassarsi in pieno stile bestiame sul treno nei cortili minuscoli.- La “mafia” all’ingresso che si rifiuta di farti entrare, costringendoti a fare un pó di strada a piedi ed entrare dall’accesso laterale: mai sentito parlare di servitù di passaggio per dominio pubblico? Prima di parlare di basso ceto, accendiamo i cervelli per favore. Un motivo soltanto spiega perché Palermo (manco più la Sicilia oramai) rimane indietro: i Palermitani”.

Opinioni diverse, persino opposte, enfatizzate da quintali di punti esclamativi, maiuscole a raffica e puntini di sospensione. Partiti presi, buon senso comune a tratti, descrizioni pittoriche, convinzioni espresse comunque con decisione, umorismo più o meno volontario. Cabine sì, cabine no, quel filo di fumus che si eleva dalla sabbia… Certo noi siciliani, ormai tutti cybernauti, avvezzi a montagne di spazzatura e pale eoliche che fanno da sfondo al paesaggio (con o senza cabine) potremmo provare, giusto per guardarlo sullo schermo, a eseguire una sorta di photoshop artistico. Le cabine risalenti alla Belle Epoque dai toni pastello dell’isoletta di Sylt, a nord di Amburgo, quasi ton sur ton rispetto alla battigia ocra pallido e all’acqua grigio chiaro, montate per gioco sullo sfondo della sabbia dai riflessi accecanti e del mare da sogno dell’Isola, le cui onde, obbedendo in eterno alla forza di richiamo della gravità, continuano a seguire la loro ellittica traiettoria resistendo al nostro dominio, senza mai lambire due volte la stessa spiaggia.


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