Il Comune: "Ecco perchè| non abbiamo fatto appello" - Live Sicilia

Il Comune: “Ecco perchè| non abbiamo fatto appello”

Il capo dell'Avvocatura comunale Giovanna Muscaglione sulle ragioni di Palazzo degli Elefanti: "sarebbe stato finalizzato alla mera remora del pagamento"

Il debito con la Fasano
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Giovanna Muscaglione

CATANIA – Non c’era l’opportunità di fare appello. Lo spiega l’avvocato capo del Comune di Catania Giovanna Muscaglione che, in una nota, precisa la posizione di Palazzo degli Elefanti sul contenzioso con la “Fasano costruzione”: nel 1989, il Comune comprò appartamenti di un palazzo a Librino ma l’Amministrazione non liquidò alla controparte il 10% del prezzo complessivo.

L’avvocato ripercorre la lunga vicenda giudiziaria: “Con la sentenza in argomento – spiega il legale – a oggi mai notificata all’Ente in forma esecutiva dalla parte attrice, il Giudice Unico del Tribunale Civile di Catania Massimo Escher pronunciava la risoluzione dei contratti di vendita degli immobili per inadempimento contrattuale, per non avere pagato la rimanente somma di quanto originariamente pattuito, condannando il Comune di Catania al pagamento di € 5.211877,22 oltre interessi e rivalutazione monetaria a titolo di risarcimento”.

Poi ricorda un precedente:  “già nel 1993 analogo contenzioso tra l’impresa Massimino Salvatore e figli, la S. Paolo Costruzioni e il Comune di Catania veniva definito anch’esso per inadempimento contrattuale sempre per non avere liquidato la somma rimanente del 10% rispetto all’importo pattuito, condannando l’Amministrazione al risarcimento del danno da quantificare in separata sede”.

L’avvocato Muscaglione specifica che “Avverso tale sentenza veniva proposto appello, ma il Collegio di Difesa del Comune nella riunione del 17 Maggio 1994, presieduta dal Sindaco pro tempore, si esprimeva favorevolmente all’accordo transattivo che nel frattempo era stato avanzato considerando, si riporta testualmente “il non fausto pronostico dell’appello e dell’ulteriore proseguo della causa alla luce degli orientamenti del giudice di merito in tema di risarcimento danni”, acconsentendo dunque a una liquidazione alla controparte di £ 23.500.000.000(23 miliardi e 500 milioni di lire) con il conseguenziale abbandono del giudizio di secondo grado. Questo determinante orientamento è stato peraltro espressamente richiamato dal giudice di primo grado nella sentenza a favore della Fasano Costruzioni”.

Da questo, il legale del Comune considera che l’Avvocatura “non ha ravvisato l’opportunità di proporre appello ritenendo, coerentemente a comportamenti analoghi tenuti negli anni precedenti, che esso sarebbe stato finalizzato alla mera remora del pagamento, con responsabilità erariali conseguenti per l’inevitabile lievitazione degli interessi legali e della rivalutazione monetaria sulle somme già liquidate”.


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