La sfida possibile di 'Franco e Ciccio', nel segno di Orlando

La sfida possibile di ‘Franco e Ciccio’, nel segno di Orlando

Fanno, in fondo, parte dello stesso mondo. E potrebbero trovarsi l'uno davanti all'altro.
PALERMO 2022
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Qualche buontempone l’ha già definita la sfida possibile di Franco e Ciccio, anche se, dando un’occhiata a come è ridotta Palermo, non c’è proprio niente da ridere. Uno è Francesco-Franco (Miceli), candidato già designato del centrosinistra alla poltrona di sindaco: si aspettano gli ultimi protocolli procedurali del M5S per annunciare ufficialmente la discesa in campo. L’altro è Francesco-Ciccio (Cascio) che non è affatto certo di rappresentare il centrodestra, dopo che Forza Italia, l’ha lanciato. I più recenti sussurri dicono che è una partita tutt’altro che chiusa. Gli avversari interni più agguerriti si chiamano Carolina Varchi e Roberto Lagalla.

Tuttavia, negli ultimi giorni si è parlato soprattutto di loro, di Franco e Ciccio. Ecco perché il potenziale scontro politico merita la suggestione di una radiografia. Sono due persone esperte che non si disistimano, anzi. Cascio ha pure detto di Miceli: “E’ un mio amico”. E sarebbe una tenzone piena di contenuti, tra due personaggi che la politica la conoscono davvero e che, di politica, sono appassionati. Talmente tanto da fare retromarcia rispetto agli ultimi anni delle rispettive esistenze – Miceli è presidente nazionale dell’Ordine degli architetti, Cascio è medico e responsabile dei vaccini per l’Asp – per scommettersi ancora nel vecchio perimetro di gioco. Sarebbe comunque un duello sportivo nel segno di Leoluca Orlando, oltre le appartenenze e i percorsi.

Per un motivo generale. L’intera e prossima campagna elettorale avrà Orlando ancora a capotavola, sia pure nell’impossibilità di concorrere da primo cittadino. Si avrà voglia di discutere di futuro, di auspicare ragionamenti concreti sulla Palermo del domani. Chi ha sempre avversato il sindaco si presenterà con le foto dello scandalo e delle bare accatastate al cimitero dei Rotoli, con le code su Ponte Corleone, con i mille ritagli di una città oggettivamente in declino. Chi lo ha sostenuto dovrà parare il colpo, difendersi e rilanciare, nell’intercapedine stretta di chi non può rinnegare il passato, predicando, al tempo stesso, ‘discontinuità’. Sarà un confronto con la testa rivolta all’indietro.

Ma c’è una impressione più ravvicinata che indica quell’ineludibile convitato di pietra ed è sufficiente rileggere le interviste al nostro giornale per coglierla. Dice Franco (Miceli): “La mia candidatura è civica ed esterna, è bene ripeterlo. Ci vuole unità e devo essere autonomo, sono le garanzie minime, perché un sindaco è espressione della città, non delle forze politiche. Poi ci sono altri temi”. Dice Ciccio (Cascio): “Voglio politici (nella squadra, ndr). Gente che si prende la responsabilità, assessori che siano altri sindaci a cui darei la fascia tricolore. Persone che stanno per strada. E, perciò, sanno”. Subito dopo, aggiunge: “E basta con questa storia del civismo. Miceli è civico quanto lo sono io. Non sono iscritto a un partito dal 2013 e faccio il medico”. Si può citare , in aggiunta, Roberto Lagalla: “Il mio unico partito di riferimento oggi sono i palermitani. Resto a disposizione della politica. Non rinnego il rapporto con il centrodestra ma ritengo che oggi Palermo ha bisogno di un governo di salute pubblica. Palermo ha bisogno dell’unità del pluralismo”.

La bandiera del civismo, con venature di populismo, è stata una delle architravi dell’Orlandismo. Come non rammentare il motto: “Il mio partito è Palermo”? Con quell’orientamento, in un complesso e rinnovato rapporto con le forze politiche che lo puntellano, chiunque sarà obbligato a confrontarsi. Il prossimo sindaco dovrà prendere una posizione rispetto a quel modello, concedendo al predecessore la presenza-assenza, con un ulteriore termine di paragone. Essere o non essere (civici)? E in che misura? Se saranno ‘Franco e Ciccio’, pur nella diversità che si intravvede delle declinazioni, toccherà a loro rispondere alla scomoda domanda.


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