Lorefice ricorda Papa Francesco: "Guiderà ancora i miei passi"

La Sicilia di Papa Francesco, Lorefice: “Guiderà ancora i miei passi” VIDEO

L'arcivescovo di Palermo racconta il suo rapporto affettuoso e paterno anche nel privato
LA MORTE DEL PONTEFICE
di
2 min di lettura

PALERMO – “Prima di essere consacrato vescovo, Papa Francesco mi incontrò e mi disse: ‘Promettimi che resterai quel che sei’. Ho provato a farlo e lui guiderà ancora i miei passi”. È un ricordo rotto dall’emozione quello dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, all’indomani della morte del pontefice argentino.

Un rapporto particolare, quello tra il Santo Padre e il parroco di Modica che proprio Bergoglio volle alla guida della Chiesa palermitana. “Mi disse di avermi scelto perché ero il più giovane – spiega il presule -. Il più piccolo, come Samuele”.

Il Papa a Palermo

Le fotografie, nella Curia arcivescovile, raccontano la visita nel capoluogo siciliano del 2018, il pranzo alla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte, gli incontri con Lorefice in Vaticano. “Ricordo che al pranzo con Biagio Conte volle accanto due ospiti della Missione – dice l’arcivescovo – tra cui Francois, un sarto, che gli espresse il desiderio di visitare Roma. Si voltò e mi disse che sarebbe stato lui in persona a pagargli il viaggio”.

Un desiderio realizzato qualche tempo dopo, quando Francois ebbe l’occasione di rivedere Bergoglio a San Pietro donandogli un grembiule cucito a mano con la scritta “Tu lavi i piedi a me”.

“Lo usò per la lavanda dei piedi del Giovedì Santo – continua Lorefice -. Aveva una pienezza di presenza che diffondeva con lo sguardo e con le mani, capaci di toccare e accarezzare. A Palermo non volle visitare alcun palazzo istituzionale, nemmeno quello arcivescovile, volle andare dove fervono le ferite degli uomini, in mezzo alla gente”.

La veglia in Cattedrale

Giovedì alle 18:30, in Cattedrale, si terrà una Messa in suffragio di Francesco a cui l’arcivescovo ha chiamato tutta la Chiesa palermitana, clero e laici. “Tutti ci stringeremo attorno al Santo Padre per consegnarlo all’abbraccio del buon pastore, Palermo ha tanti motivi per essere grata a Francesco: la lettera per il 400esimo festino, quella per il trentennale del martirio del beato Puglisi, la prolusione alla Facoltà teologica”.

Un Papa vicino agli ultimi, attento alle vicende dei migranti, che scelse come tappa del suo primo viaggio l’isola di Lampedusa. “Conosceva Falcone e Borsellino, conosceva la Sicilia pur venendo dal confine del mondo, sapeva che è un luogo da cui può ripartire un messaggio sconvolgente. Come Giovanni Paolo II ad Agrigento, invitò i mafiosi alla conversione”.

“Uomo impregnato di Vangelo”

Lorefice sabato mattina sarà in Vaticano per i funerali, poi sarà la volta del Conclave ma oggi è il momento dei ricordi e della commozione per l’arcivescovo che, più di una volta, asciuga gli occhi bagnati dalle lacrime.

“Aveva con me una relazione fraterna, filiale – rivela il presule -. Era un uomo impregnato di Vangelo, appassionato di Vangelo, avrei dovuto incontrarlo il 19 febbraio con una piccola salvata dalle acque del Mediterraneo, sarebbe stato anche il mio onomastico ma era già ricoverato”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI