PALERMO – “Da tempo sottolineo l’esigenza di una banca dati degli appalti che non sia solo la banca dati di chi vince l’appalto, ma dei partecipanti alla gara. Ci farebbe capire quali sono i gruppi che partecipano e in che modo avvengono le distribuzioni degli appalti”.
Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, intervenendo al convegno ‘Sud e Futuri’ della Fondazione Magna Grecia. “Serve che da parte dell’economia e della politica arrivi il segnale chiaro che stringere accordi con la mafia non conviene – ha aggiunto Cafiero De Raho -. Sarebbe utile lanciare messaggi molto chiari, che ancora non ci sono. Molto spesso le imprese mafiose formano veri e propri consorzi occulti che presentano offerte e si passano gli affidamenti, così lavorano solo quelli che fanno parte del circuito mafioso. Le indagini hanno svelato che le mafie, la camorra e la ‘ndrangheta si sono presentate alle gare d’appalto con 30-40 imprese che facevano capo a un’unica regia mafiosa”, ha sottolineato.
“Nell’economia – ha proseguito – bisognerebbe raggiungere maggiore trasparenza, diffondere principi di legalità, porre come questione non solo il rating di impresa ma quello etico”.
Infine ha parlato di corruzione: “È l’emergenza del Paese, mentre nel passato era propria di soggetti economici anche non legati alla criminalità organizzata, oggi è utilizzata dalla mafie come strumento per acquisire appalti o concessioni dalle amministrazioni pubbliche. La corruzione – ha aggiunto – è diventato lo strumento ordinario attraverso il quale vengono sovvertite le regole e inquinata la pubblica amministrazione a danno dei cittadini e delle imprese sane che osservano le regole”. Secondo Cafiero De Raho “occorre uno sforzo maggiore nella lotta ai fenomeni corruttivi”, e la legge Spazzacorrotti del gennaio scorso “ha portato nuovi strumenti di contrasto. La corruzione è il sistema criminale proprio sia degli imprenditori sleali che di quelli mafiosi e delle stesse mafie”.