L'acchianata di Palermo, Lorefice: "Cosa ci chiede Rosalia" VIDEO - FOTO - Live Sicilia

L’acchianata di Palermo, Lorefice: “Cosa ci chiede Rosalia” VIDEO – FOTO

Vi raccontiamo il rito tradizionale di una notte indimenticabile

PALERMO- C’è un uomo avvolto nel cartone e steso sul marciapiede, in un giaciglio di fortuna, davanti all’ex biglietteria della Fiera del Mediterraneo, in questa sera palermitana di fede e acchianate. Grida qualcosa, con rabbia, si volta da un lato, si copre. La città che lo sfiora per andare a toccare la sua Santuzza, nella notte dell’ascesa, fra il tre e il quattro settembre, nemmeno lo vede. Tutti sono in compagnia di qualcuno. Quell’uomo, invece, è solo.

La fila dei fedeli è compatta. Comincia sgranata, una volta posteggiata la macchina, con uno che dirige le operazioni e deve essere un nipote generico, perché chiama ogni ombra ‘zio’. E domanda il suo obolo da parcheggiatore.

Poi, la gente si raggruma man mano che si avvicina alla via dell’acchianata, con i ciottoli. Tanti si segnano, con la croce, non appena posano il piede sulla strada consacrata dalla loro fede. Tanti hanno un buco nel cuore, da riempire con una grazia attesa.

C’è una tenerissima coppia con due cagnolini in braccio. “Hanno bisogno”, sussurrano. Le facce, i cammini, le biografie, si fondono nella stessa gioia che ha un battito individualmente collettivo. C’è chi si cambia le scarpe, scegliendole più comode. C’è chi si sfila calzini e calzature. Per andare lassù a piedi nudi.

Ecco l’arcivescovo Lorefice, Don Corrado, il pastore tenace e gentile di questa Palermo difficile. Alcune delle sue parole, nel video che abbiamo raccolto: “Rosalia ci fa salire in alto, sul monte, perché dobbiamo ridiscendere con la sua stessa capacità di fare nostre le ferite di questa città. Rosalia ci ricorda la cifra della cura reciproca, noi saliamo, assumendoci la responsabilità”.

Palermo è qui, con le cicatrici e le terapie, con il suo splendore e la sua necessità di essere assolta. Palermo cerca il perdono per le sue colpe e una carezza per andare in pace. Palermo è qui, con le sue anime che profumano di bellezza.

Ci sono Pietra e Giuseppe che hanno raccontato una esperienza di vita intessuta di doni. Uno sciame si avvia sulla sommità, lentamente, godendosi il contatto con la sua Santuzza. Al ritorno troverà l’uomo nel cartone abbracciato alla sua solitudine e addormentato. Chissà cosa sogna.


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