PALERMO – Il trasferimento del boss Bernardo Provenzano al carcere di Parma e gli incidenti avuti dal capomafia durante la detenzione sono al centro degli accertamenti disposti dal gup Piergiorgio Morosini, che celebra l’udienza preliminare sulla trattativa Stato-mafia, in cui boss corleonese è imputato.
Il giudice ha chiesto al Dap, oltre al video dell’intervento degli agenti penitenziari del 9 maggio, quando il boss fu trovato in cella con un sacchetto in testa, tutti i rapporti carcerari sulle sue condizioni di salute e i referti medici delle cadute: l’ultima è costata al detenuto un ematoma cerebrale. In più il gup vuole sapere se nelle celle degli istituti di pena di Terni e Novara, in cui il capomafia era detenuto prima di essere portato a Parma, c’erano impianti di videosorveglianza.
Dai primi accertamenti, infatti, è emerso che nel carcere di Parma non ci sono telecamere nelle celle ma solo nei corridoi. Dopo l’episodio del sacchetto, inizialmente ritenuto un tentativo di suicidio, il Dap ha chiesto che venisse montata un’apparecchiatura di videosorveglianza. Prassi, peraltro, applicata ad altri capimafia come Totò Riina.