Le scuse di una palermitana - Live Sicilia

Le scuse di una palermitana

Ma veramente essere nati a Palermo è un problema così grave? Che sia questa la causa dei piccoli drammi quotidiani come le ansie, le insoddisfazioni, le insicurezze, i complessi di inferiorità nei confronti del mondo, la cellulite, i pori dilatati, la fila al supermercato e il calzino perso da qualche parte in lavatrice? E se sì, esiste una soluzione?

Mi scusi.
Si davvero, chiedo scusa.
Veramente non volevo, non avrei mai dovuto.
Cioè, sono mortificata.
Ma il fatto è che non è che uno alcune cose le può scegliere.
Io le prometto che farò di tutto per non farglielo pesare più.
Posso iniziare dal tenerlo nascosto.
Ho deciso che dirò di essere nata a Trapani o a Catania, che ne dice? Le suona meglio? Ah e già che ci siamo, se la cosa non le dà troppa noia, ci terrei moltissimo a sapere, con precisione, se il problema è il nascere proprio Palermo o in tutta la Sicilia.

Le spiego, ho fatto un sondaggio, è venuto fuori che siamo tutti talmente, ma talmente angosciati da questo problema che siamo disposti a spostarci in massa verso oriente. Andiamo a popolare l’hinterland etneo e le coste siracusane. Potremmo cercare di trovare una sistemazione in qualche isola delle Eolie, dove magari poi lei ci raggiunge in estate e stiamo tutti insieme a fare i balli di gruppo. Oppure potremmo fondare una nuova città, con un altro nome, ovvio, da qualche parte nelle campagne, riprendere da zero, dalla caverna, che comunque è senz’altro meglio di Palermo.

Ma, ecco, non credo che potremmo mai decidere di andare a vivere in continente. Sa, fa freddo lì e poi non si trovano facilmente panini con le panelle. Comunque grazie.

Finalmente, grazie alle sue parole, mi sono resa conto che tutte le ansie della mia vita, le insoddisfazioni, le insicurezze, i complessi di inferiorità che ho nei confronti del mondo, la cellulite, i pori dilatati, la fila al supermercato e il calzino perso da qualche parte in lavatrice, dipendono tutti dal fatto che io sia nata a Palermo.

Poi però mi rendo conto che nell’immensa sfortuna che ho avuto, c’è qualcuno che sta peggio. Penso ai poveracci. Ai disoccupati, ai barboni, ai delinquenti. Loro si che sono in una pessima condizione. Voglio dire, non solo hanno grossissime difficoltà con la vita e con la legge, ma sono anche palermitani. Mischini vero. Questi, mi consenta, li eliminerei direttamente. Poniamo fine alle loro pene una volta per tutte e mandiamoli al rogo, alla ghigliottina o, peggio, in Germania.

Cioè davvero. Ci pensavo giusto l’altro giorno, che cioè se avessi potuto, avrei preferito non nascere affatto. Ma che ne sapevo. Che potevo sapere o immaginare io, trent’anni fa. Io, adesso che la frittata è fatta, nel mio piccolo, posso solo tentare a conviverci con questo problema.

Non so il suo amico Marcello che cosa ha intenzione di fare. Magari ha già preso provvedimenti e con l’aiuto di qualche persona potente si è fatto modificare sulla carta d’identità ‘nato a Palermo’ con ‘nato a Milano’, come lei. A Milano si che non c’è mafia, non c’è delinquenza, non c’è corruzione. Che fortuna poter nascere in un così bel posto.

Mica come noi. Poveri derelitti di una nazione che altrimenti sarebbe il fiore all’occhiello dell’Europa, nati in questo brutta, brutta città. Certo lei potrebbe aiutarmi a risolvere questo incredibile caos che è la mia vita. Potrebbe affittarmi una di quelle casette deliziose che possiede, ma a prezzo di favore, per carità, sa, sono di Palermo, ho già un sacco di problemi.

Attendo sue, baciamo le mani.
Una palermitana.

 


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