Lombardo: "Mpa più forte di 5 anni fa, non voterò Lega" - Live Sicilia

Lombardo: “Mpa più forte di 5 anni fa, non voterò Lega”

Il leader autonomista consiglia di prendere con le pinze le ultime rilevazioni statistiche e ridimensiona la narrazione degli ultimi giorni

CATANIA – “Le nostre liste sono molto più forti che nel 2017. E se il 26 settembre ci avviciniamo al 10%, il sondaggista che fa? Cambia mestiere?”. Il leader autonomista, Raffaele Lombardo, consiglia di prendere con le pinze le ultime rilevazioni statistiche e ridimensiona la narrazione degli ultimi giorni. Dalla fine del matrimonio con il Carroccio, ai punti programmatici degli autonomisti fino all’affaire “sindaco di Catania”, l’ex presidente della Regione dice la sua senza lesinare velate stoccate ad alleati e avversari. 

Vigilia elettorale difficile per il Movimento per l’Autonomia. Sondaggi sfavorevoli e un solo assessore su dodici?

Le nostre liste sono molto più forti che nel 2017. E se il 26 settembre ci avviciniamo al 10%, il sondaggista che fa? Cambia mestiere? In quanto agli assessorati, uno su dodici agli autonomisti vuol dire che, ottenendo noi il 7/8 %, se la matematica non è un’opinione, Schifani va al 84/96%? 

Può spiegare meglio?

Semplice: un assessore sta a dodici, come il 7% sta all’84% e 8 sta a 96.

Schifani è l’uomo giusto?

La sua esperienza e il suo prestigio gioveranno. Per questo e per porre fine alla girandola di nomi abbiamo detto subito di sì…noi.

Pare che il patto federativo firmato con Salvini non abbia avuto grande successo. O sbaglio?

Ma niente di strano. Al di là delle sciocchezze di qualche neofita leghista, sempre al penultimo approdo, Salvini mi propose una candidatura e riconobbe che io non ero interessato. In quanto al resto del patto sottoscritto con Roberto Di Mauro, non credo che Salvini lo abbia violato, credo semplicemente che non lo ha letto. E a proposito di patto, uno dei punti fondamentali erano le misure necessarie a colmare il divario tra Nord e Sud. Ora leggo spesso, questo sì che mi preoccupa, che la Lega insiste sull’autonomia differenziata, che vorrebbe dire che le ricche Regioni del Nord tratterrebbero buona parte delle entrate fiscali per realizzare direttamente i loro servizi. Questa sarebbe la secessione di fatto, sul piano economico-sociale.

Questo vuol dire che non voterete la Lega per le Politiche?

Ho detto che io non dissuaderò nessuno dal votare chi vuole, per coerenza nell’ambito del centro-destra. Io rispondo per me: no, non voterò la Lega. Comunque penso innanzitutto alla scheda verde: la lista con la colomba bianca è solo li.

Che ne dice di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio?

Dico che, se come si prevede Fratelli d’Italia sarà il primo partito e la coalizione di centro-destra avrà i numeri per governare, la Meloni dovrà cimentarsi. Peraltro la posizione che ha assunto di recente aderendo alla tradizionale politica atlantista del nostro Paese, rende sicuramente più credibile la sua candidatura a premier. Se poi riuscisse ad avere Mario Draghi ministro degli Esteri con un occhio all’Economia, avrebbe quadrato il cerchio. 

Ed è d’accordo con lei che sostiene l’abolizione del reddito di cittadinanza?

La misura va corretta per impedire abusi e rinunce alle offerte di lavoro. Ma qua, o si adottano misure orientate ad una vera giustizia sociale, e ci vorrà la forza che gli Stati non hanno dimostrato rispetto ai giganti della finanza, ovvero avremo poche migliaia di possessori del mondo e qualche miliardo di percettori non tanto del reddito di cittadinanza, ma del reddito di sopravvivenza. E quando lorsignori avranno finito di mangiarsi la Terra, migreranno su Marte. Stanno già facendo le prove.

Da mesi si parla di lei come sindaco di Catania. Esclude ancora questa possibilità?

A chi me lo chiedeva ho risposto che non ho l’età e poi il Sindaco lo eleggono i cittadini. Oggi le  dico che, dopo 60 anni che ci vivo, mi sono legato a Catania e ai catanesi e darò ogni possibile contributo perché la citta si risollevi dalla crisi in cui è precipitata. Occorre un impegno straordinario per trovare una guida e un pool di uomini e donne capaci e generosi. Da Catania deve ripartire il rilancio della Sicilia. Abbiamo le risorse e le intelligenze per farcela.

Vari politici, a cominciare da Miccichè, rivendicano l’Assessorato alla Sanità. Che ne pensa?

Dalla Sanità dipende la salute e la vita della gente. Sento che per ogni provincia ci sono due, tre Assessori in pectore. Io credo che occorrerà individuare un tecnico di valore, uomo o donna, allergico agli interessi politici e non solo politici. 

Ci dice qualcosa del programma autonomista?

Purtroppo di programmi per la Sicilia si parla poco, in questi giorni. Ah scusi, dimenticavo…è stato riscoperto il Ponte, lo vogliono tutti  anche in questa vigilia . Vediamo… Il programma del Movimento per l’Autonomia si compendia in tre punti che pure comportano un impegno di governo e legislativo molto significativi. L’energia intanto. Si autorizzi chi costruisce impianti green (idrogeno, sole, vento, di cui la Sicilia abbonda) a condizione che lasci il 50% di energia alle famiglie e alle imprese. Niente di eccezionale: anziché rientrare dell’investimento in 7-8 anni, ce ne vorranno 15. Avremo un territorio attrattivo di investimenti e di imprese e l’opportunità di dimezzare la bolletta di casa. La Sicilia diventerebbe l’Eldorado d’Europa. Il secondo punto è il Mediterraneo. In poche parole, bisogna cominciare a riprogrammare le nostre politiche economiche, della produzione, della formazione scolastica e universitaria, delle infrastrutture etc…guardando al Mediterraneo. Non c’è solo il Nord, il Belgio, la Germania o l’Olanda. C’è il Mediterraneo. Qui è la nostra storia, qui sono i nostri naturali mercati.  Il terzo punto è l’identità e l’ambiente. E’ il nostro tesoro da scoprire, da valorizzare e da proporre al mondo: Cultura e beni culturali. Lingua e storia, ma anche biodiversità e grani antichi, biologico e foresta.  Poi qualche misura di carattere organizzativo: burocrazia regionale più agile ed efficiente decentrando competenze, risorse e personale a Comuni e Province, per le quali va ripristinata l’elezione democratica di Presidente e Consiglieri. 


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