L'ombra della mafia alla 'Fiera': sequestro al boss dei Cappello - Live Sicilia

L’ombra della mafia alla ‘Fiera’: sequestro al boss dei Cappello

Giovanni Pantellaro, fino al suo arresto, avrebbe preso le redini del clan.
Operazione dell'Anticrimine
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CATANIA – Fino al suo arresto, la scorsa estate, Giovanni Pantellaro sarebbe stato il nuovo vertice del clan Cappello-Bonaccorsi. Da quel giorno le carte si sono totalmente rimescolate, ma i nuovi ‘capi’ – almeno secondo gli investigatori – sono finiti in carcere all’inizio del 2021.

Ma torniamo nuovamente a Pantellaro, nome già noto agli inquirenti anche per una serie di truffe assicurative. Questa volta la Polizia di Catania ha colpito il lato economico del clan Cappello-Bonaccorsi. E da quello che emerge dall’inchiesta patrimoniale dell’Anticrimine della Questura pare che la mafia sia riuscita a infiltrarsi tra i banchi della storica “Fera o luni”. Il mercato di piazza Carlo Alberto, insomma.

Ma andiamo per ordine. La Polizia ha eseguito un sequestro di beni emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione (su proposta congiunta del Procuratore Carmelo Zuccaro e del Questore di Catania Mario Della Cioppa) a carico del 57enne Giovanni Pantellaro, ritenuto un affiliato di ‘rango’ della cosca Cappello-Bonaccorsi.

Il provvedimento riguarda “3 imprese individuali nel settore dell’abbigliamento e casalinghi – annotano gli investigatori – con stazionamento fisso nello storico mercato all’aperto della Fiera di Piazza Carlo Alberto“. Le autorizzazioni amministrative di “tipo A” sono state rilasciate dal Comune di Catania nel 2013 (a terzi), nel 2015 (allo stesso Pantellaro) e nel 2017 (a familiare convivente). Le attività del familiare – secondo la Questura – sono riconducibili al boss mafioso.

Il decreto prevede anche “il sequestro di 3 immobili: una villetta nella zona Ippocampo-San Francesco alla Rena (che è stata acquistata nel 2012), un appartamento e un garage al Viale Rapisardi (acquistati invece nel 2016). Infine anche diversi rapporti bancari/finanziari, formalmente intestati a familiari. Il valore dei beni sequestrati è stato stimato in mezzo milione di euro.

“La complessa attività di analisi ha permesso di riscontrare, per la prima volta – scrivono gli investigatori- le infiltrazioni della criminalità organizzata catanese  all’interno dello storico mercato di Catania, evidenziando l’interesse dell’organizzazione mafiosa a mantenere il controllo di determinate attività commerciali, acquisendo autorizzazioni e concessioni amministrative intestate anche a terze persone”.

Gli investigatori dell’Anticrimine e della Squadra Mobile hanno esaminato gli investimenti di Giovanni Pantellaro dal 2012 al 2019. Dalle indagini contabili è emerso “un quadro di evidente sperequazione”, si legge nella nota. In particolare “tra i redditi dell’indagato e del suo nucleo familiare”.

Giovanni Pantellaro che – avrebbe preso il posto di Massimiliano Salvo, u carruzzeri (arrestato nel blitz Penelope nel 2017) nella reggenza del clan Cappello – sta affrontando il processo abbreviato scaturito dalla maxi inchiesta Camaleonte. Il boss rischia una condanna pesantissima.


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