L'Udc e la scissione dell'atomo |Cesa dà il benservito ad Alfano - Live Sicilia

L’Udc e la scissione dell’atomo |Cesa dà il benservito ad Alfano

Casini rompe con Cesa (nella foto) e non rinnova la tessera. E adesso in Sicilia...

I centristi
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PALERMO – Il rischio ora è quello di arrivare a scenari di scissione dell’atomo. L’Udc sta implodendo e la spaccatura fra i due gruppi del piccolo partito centrista a livello nazionale sembra ormai insanabile. Ieri la Direzione del partito, guidato da Lorenzo Cesa, ha bocciato la proposta di Angelino Alfano di costruire insieme un nuovo soggetto politico a ottobre, definendola “fuori dal tempo”. E così, il contenitore centrista che nei piani del ministro dell’Interno dovrebbe garantire un futuro alla pattuglia di Ncd perde pezzi prima ancora di nascere. La guerra nell’Udc è totale, ed è clamorosa l’uscita dal partito di Pierferdinando Casini, che non ha rinnovato la tessera. Lo storico leader dei centristi è ormai ai ferri cortissimi con il segretario Cesa, che non è in sintonia con Matteo Renzi e sembra piuttosto guardare in tutt’altra direzione. E se quest’ultimo ha mollato Alfano e ha mostrato tutti i suoi dubbi verso la campagna referendaria, il primo invece sembra interessato a continuare l’interlocuzione con Ncd.

E in Sicilia? Al momento si attende. Nell’Isola il grosso del partito sta con Casini a cui è sempre stato vicino Gianpiero D’Alia. Che al momento resta nel partito ma promette battaglia a Cesa. In ballo c’è tra l’altro l’eredità del simbolo, lo scudo crociato. Mimmo Turano, capogruppo all’Ars e big siciliano storicamente più vicino a Cesa (ma forte di una buona intesa anche con i casiniani), invita ad aspettare le prossime settimane per tirare le somme: “Io considero la prospettiva politica l’unico elemento che può continuare ad aggregare e mettere tutti assieme. Ci dobbiamo sforzare di trovarla dopo il 19 quando il politico del voto risultato sarà chiaro”. Intanto, però, almeno in Sicilia sembra che il cammino congiunto con Ncd possa proseguire: “Secondo me è sbagliato parlare di uscita di Casini. È evidente che a livello nazionale il progetto politico dell’Udc ha subito una battuta d’arresto e va ridiscusso: è il momento di fare qualcosa di più ampio, più consistente”, osserva Adriano Frinchi, capo della segreteria politica regionale. Insomma, i siciliani vicini a D’Alia sembrano ormai avere intrapreso una strada separata da Cesa. Ma l’implosione nazionale dell’Udc potrà avere degli effetti destabilizzanti anche tra i centristi siciliani. Dove non mancano le contraddizioni e le divergenze di vedute sul futuro. Come non mancano i movimenti, soprattutto dalle parti politiche dei nostalgici del cuffarismo, per modificare gli equilibri in vista della nascita di nuovi movimenti politici che possano arrivare al perimetro oggi presidiato da Forza Italia.


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