Mafia a Catania processo Ombra: chiesti 20 anni per Ciccio Russo

Mafia a Catania, processo Ombra: chiesti 20 anni per Francesco Russo

La stessa condanna è stata chiesta per Napoli, presunto predecessore
RITO ABBREVIATO
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CATANIA – Vent’anni di reclusione. E’ la pena chiesta dalla Dda di Catania per due degli ultimi presunti capi della nuova mafia organizzata del clan Santapaola. Si è chiusa con queste richieste la requisitoria del processo Ombra. Il giudizio si celebra con rito abbreviato dinanzi al gup Maria Ivana Cardillo. Il giudice ha poi stilato un calendario di udienze per giungere alla sentenza, presumibilmente, entro la fine di quest’anno.

Sono state chieste condanne a 20 anni, nello specifico, per l’ultimo presunto capo, Francesco Russo, cosiddetto ‘boss ombra’, presunto uomo d’onore riservato nominato dal gotha mafioso catanese. E per Francesco detto “Ciccio” Napoli, il suo presunto predecessore, che ha già preso una condanna in primo grado a 14 anni al processo Sangue blu, tuttora pendente in appello. Russo è difeso dagli avvocato Salvo Pace e Giuseppe Rapisarda, Napoli dall’avvocato Pace e dall’avvocato Giuseppe Marletta.

La requisitoria del pubblico ministero

La requisitoria è del pm Raffaella Vinciguerra. A una scorsa udienza, erano stati acquisiti i verbali di Rosario Bucolo, l’ultimo pentito di mafia di Catania, che ha parlato di entrambi i presunti capi. Inizialmente la difesa aveva chiesto di sentire il collaboratore di giustizia, poi si è optato per l’acquisizione dei verbali.

Dal canto suo, Russo – quando è stato interrogato – ha respinto l’accusa di esser stato un capo provinciale. Sta di fatto che per l’accusa lui si sarebbe mosso attraverso un emissario, una sorta di portavoce, ovvero Cristian Paternò. Anche per Paternò sono stati chiesti 20 anni, così come per Daniele Strano, ritenuto il capo della zona della stazione, per conto dei Santapaola.

La tesi del pentito

“Dopo l’arresto di Napoli – ha fatto mettere a verbale Bucolo – era questo Ciccio Russo che aveva la reggenza della famiglia Santapaola. Io l’ho incontrato solo un paio di volte, evitavo di andare a parlare con Russo”. L’accusa, per Russo, è associazione a delinquere di stampo mafioso con l’aggravante di essere capo e promotore della cosca. Dopo la requisitoria, arringhe degli avvocati, poi la sentenza di primo grado.

L’accusa nel dettaglio

Per l’accusa, il ruolo di capo di Russo durerebbe dal 10 novembre 2022 “all’attualità” (cioè fino a quando non è scattata l’operazione Ombra). Secondo la Dda, nonostante la teorica riservatezza del suo status, sarebbe anche uscito allo scoperto. Il 31 ottobre dell’anno scorso, dopo un banale litigio sul lavoro, sarebbe brutalmente passato dalle parole ai fatti. Avrebbe aggredito, secondo l’accusa, assieme ad altre due persone, un uomo sul lavoro.

Il movente? La vittima dell’aggressione gli aveva mancato di rispetto. Russo si sarebbe fatto rispettare a modo suo. Quando gli investigatori, alla presenza dei magistrati della Dda di Catania, gli hanno mostrato la foto, non ha avuto dubbi: “Riconosco Ciccio Russo. Si tratta di quel Ciccio Russo del quale io ho già parlato nei precedenti verbali”. Poi è passato al dettaglio della cronaca degli incontri che ha avuto con lui.


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