"I cuffariani hanno perso | Il mondo è cambiato" - Live Sicilia

“I cuffariani hanno perso | Il mondo è cambiato”

Leoluca Orlando

Il professore esulta: "Ha vinto il civismo politico. Sulla mobilità non si torna indietro".

Le amministrative
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PALERMO – Leoluca Orlando non cita per nome il suo principale avversario, Fabrizio Ferrandelli. Né i partiti, siano essi della coalizione avversaria o di quella che ha contribuito alla sua vittoria. L’unica deroga arriva quando usa la declinazione, non certo positiva, di cuffariano: “L’elezione ha fatto chiarezza. Le liste cuffariane non hanno ottenuto il 5 per cento. Qualcuno non ha capito che il mondo è cambiato. Noi siamo gli innovatori”.

Nella conferenza stampa in un’affollata Sala delle Lapidi, sede del Consiglio comunale, Orlando guarda oltre, molto oltre la vittoria di Palermo. Oggi si sente il simbolo vincente di un’esperienza politica, la definisce più volte “civismo”, che supera “gli apparati” che zavorrano la politica e la allontanano dalla gente: “Se fossi appartenuto a qualche corrente di partito non avremmo fatto la nostra esperienza vincente”.

La coalizione c’è, Orlando non nega il contributo che è arrivato dalle liste, ma il messaggio è chiaro. O si rispettano i punti fondanti della sua “visione di città (altra frase che il Professore utilizza spesso, ndr)” oppure è meglio farsi da parte. Sono “la condizione della coalizione”. E li elenca, uno dopo l’altro, i punti: “La dignità dell’uomo, la garanzia dei diritti per le famiglie, gli omosessuali e gli immigrati. Stamattina sono stato al porto per accogliere i migranti. Sono palermitani come noi. Nei loro volti vedo mio padre, mio fratello, mio cugino. Mi dispiace se questo scandalizza in qualche parte del mondo o dell’Italia, ma non cambia la nostra visione delle cose”.

Altro punto fondamentale è la “natura pubblica dei servizi, dell’acqua e della gestione del ciclo dei rifiuti che in altre parti d’Italia, figurarsi in Sicilia, è fonte di corruzione e mafia”. Ed ecco la stoccata: “Non possiamo consentire che in questa città torni a governare la mafia, se la mafia pensava di tornare a Palazzo delle Aquile il messaggio è stato chiaro. I palermitani hanno detto ‘no grazie'”.

Orlando analizza anche il dato sull’astensione (metà degli elettori non ha votato): “C’è una sofferenza politica. Lo dimostra il fatto che tanta gente che non ha votato. Prima si rivolgeva ai 5 stelle per protestare, ora non va più da loro”. Come riavvicinarla alla politica? Sempre e comunque con “il civismo” che, a dire di Orlando, ha radicato nel territorio l’esperienza politica da lui voluta: “I palermitani hanno creduto al nostro progetto. Dobbiamo applicare la legge regionale e ci adeguiamo (dice ridendo, in riferimento alla legge che fissa al 40 per cento la percentuale dei voti di lista da raggiungere per ottenere il premio di maggioranza). Abbiamo anche il premio di maggioranza. Otto presidenti su otto circoscrizioni sono espressione della nostra coalizione. Non era mai accaduto. Siamo radicati nel territorio”.

Una parte del discorso Orlando lo dedica “a chi non ha lavoro”. Il sindaco rivendica “la lotta per la difesa del lavoro nelle partecipate. Dall’Amia a Gesip”. Ma ricorda anche le vertenze non comunali: “Almaviva, Wind, quella dei collaboratori scolastici e dei Cantieri navali”. E garantisce che il Comune sarà al loro fianco nel dialogo con il governo nazionale.

“Indietro non si torna”, conclude Orlando. Specie sui grandi temi che incidono sulla vita di ogni giorno. A cominciare dalla mobilità: “Siamo diventati una città attraente dal punto di vista turistico. Accanto al comitato per l’ordine e il servizio pubblico convocato dal prefetto vi sarà una nostra conferenza di servizi per affrontare i problemi della città. Oggi dobbiamo evitare di farci fregare dalla fretta. Abbiamo un progetto, ma se serve fermarci per confrontarci lo faremo. Le cose non vanno tutte bene, ma non si può distruggere quanto di buono è stato fatto” E ripete lo slogan della campagna elettorale: “Abbiamo percorso 45 chilometri adesso ne dobbiamo compiere altri 55. Adesso non abbiamo più alibi”.

Nel suo intervento Orlando cita molti suoi ex assessori, da Giovanna Marano a Barbara Evola ad Agnese Ciulla, a Giusto Catania. Li ringrazia per il lavoro fatto e annuncia tanti progetti in cantiere: tre nuovi dormitori, un piano per regolarizzazione gli occupanti delle case popolari, i nuovi tram e le isole pedonali, i lavori lungo circonvallazione. “Non resta che augurarci buon lavoro”, il sindaco Orlando saluta e se ne va.

 


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