Picciotti contro "turchi" | Guerra per il potere a Ballarò - Live Sicilia

Picciotti contro “turchi” | Guerra per il potere a Ballarò

La rissa di sabato pomeriggio in via Maqueda sfociata poi nella sparatoria in via Fiume

Il tentato omicidio del ragazzo del Gambia è solo l'ultima manifestazione dell'odio che cova nel rione.

PALERMO – Per un periodo i picciotti e i turchi hanno lavorato spalla a spalla nel sottobosco dello spaccio di droga e della piccola criminalità. Palermitani e nigeriani non si sono pestati i piedi a Ballarò. Ora, però, le cose sono cambiate.

I picciotti del quartiere pretendono rispetto. A farne le spese sono vittime innocenti, non dell’odio razziale, che nulla c’entra, ma della guerra per imporre la propria leadership. Ecco perché il tentato omicidio di Yusupha Susso, ferito alla testa con un colpo di pistola, potrebbe essere stato un messaggio rivolto all’intera comunità di colore. Colpirne uno per educare gli altri all’obbedienza, anche se Yusupa nulla ha a che fare con il mondo della criminalità.

Ventuno anni, originario del Gambia, Yusupa è arrivato su un barcone e ha lottato per avere la sua chance di riscatto lontano da casa, facendo mille lavori. Su di lui si è scaricata la rabbia di Emanuele Rubino, arrestato dagli agenti della Squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti, dopo essere stato filmato mentre camminava pistola in pugno in una via Maqueda affollata. Erano le sei del pomeriggio. Tutto sarebbe nato da una banale discussione. Da qui non si passa, avrebbero detto alcuni palermitani agli amici di Yusipha, che ha cercato di difenderli. Rubino, con precedenti per rapina e reati contro il patrimonio, è uno che a Ballarò gode di rispetto e lo avrebbe preteso anche in questa circostanza. Lo dimostrerebbero le indagini e anche gli applausi della gente del quartiere radunata davanti alla Squadra mobile.

Il colpo di pistola alla testa sarebbe solo l’ultimo di una serie di episodi che raccontano di una guerra per il potere che si combatte ogni giorno. La spia del conflitto arriva anche da un processo in corso a Palermo. Sotto accusa ci sono quattro nigeriani per tentato omicidio, estorsione e spaccio di droga. Tutti reati commessi con l’aggravante che viene contestata ai mafiosi. Mafiosa era, secondo l’accusa, l’organizzazione dei nigeriani che si muoveva nel rione, ma “assoggettata” alla Cosa nostra palermitana. I boss africani avrebbero portato nel capoluogo siciliano le regole dell’organizzazione Black Axe, l’ascia nera, nata negli anni ’70 in Nigeria. All’inizio era una sorta di confraternita religiosa, poi divenne una banda criminale con regole ferree, riti di affiliazione ed esplosioni di violenza. Quando qualcuno, però, alzava la testa doveva essere messo in riga. I fratelli Giovanni (killer ergastolano della vecchia mafia) e Giuseppe Di Giacomo (reggente del mandamento di Porta Nuova assassinato alla Zisa) in un colloquio in carcere discutevano della punizione da infliggere a un nigeriano che faceva “sciarriare (litigare, ndr) i ragazzi… tutte le macchine bruciate… non se ne voleva andare”. L’uomo pestato sangue non avrebbe ascoltato il diktat di farsi da parte. “Devono stare al loro posto… sono furbi, stai attento”.

E le frizioni sono proseguite. Perché c’è una realtà a Ballarò fatta di integrazione vera fra etnie, ma ne esiste anche una sommersa dove sta maturando l’odio fra bande criminali che si contendono il potere e lo spaccio di droga. Piccoli commercianti e ambulanti stranieri subiscono rapine, anche violente. Lo scorso febbraio tre nigeriani che avevano rimproverato dei bambini di Ballarò che giocavano a palla davanti casa loro sono stati accerchiati. Gli hanno bruciato la porta di casa. Ed è in questo scenario che è avvenuto il tentato omicidio di Yussupha. Ed è in questo scenario che si muovono gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Sergio Demontis, che stanno cercando di idenfiticare i possibili complici di Rubino. Investigatori che guardano al mondo della criminalità comune, ma anche e soprattutto a quella organizzata. E allora bisogna chiedersi chi comanda oggi a Ballarò, rione che ha riabbracciato alcuni scarcerati eccellenti nel panorama di Cosa nostra.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI