Blitz a Mazara del Vallo, un covo di Messina Denaro in Tunisia

Blitz a Mazara del Vallo e spunta un covo di Messina Denaro in Tunisia

I carabinieri del Ros hanno arrestato tre persone

PALERMO – La richiesta era stata esplicita. Serviva un covo per Matteo Messina Denaro. Non dietro l’angolo, ma in Tunisia. C’è anche questa vicenda nel blitz dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani che stamani ha portato in carcere tre persone a Mazara del Vallo. Si tratta dell’imprenditore mazarese Giovanni Vassallo, 71 anni, che ha avuto gli arresti domiciliari, Emilio Alario, palermitano di 61 anni, e Giuseppe Lodato, mazarese di 32 anni.

La pista africana

Nella ricostruzione della vita e degli affari del padrino deceduto lo scorso settembre il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido avrebbero individuato una vecchia pista africana. Ad attivarsi per trovare un rifugio sicuro all’allora latitante sarebbe stato Domenico Scimonelli. Fino al suo arresto Scimonelli era un insospettabile imprenditore del vino alla guida di un consorzio e capace di ottenere importanti riconoscimenti nelle fiere specializzate. Poi venne fuori la sua anima nera di fiancheggiatore di Matteo Messina Denaro e addirittura mandante di un omicidio commesso nel 2009. Aveva affari tra Roma e Milano, ma anche in Svizzera, a Lugano.

Sulla presenza tunisina del padrino di Castelvetrano in passato si è indagato. Sin da quando, nel 2010, al paese africano si faceva riferimento in una delle tante segnalazioni anonime giunte negli anni di latitanza. Si parlava della vita del boss “nel caldo tepore dei focolari domestici mazaresi” ma anche della “spola tra Torretta e la Tunisia con il gommone a forma di pane”.

Molto più serie, e concrete, le piste investigative. Ci sono tracce del latitante in terra straniera. Anche don Ciccio Messina Denaro, il padre di Matteo, andava in Tunisia in gommone. I carabinieri del Ros qualche anno fa si spostarono nel paese africano seguendo gli affari nel settore della lavorazione del pesce della famiglia del boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. Il fratello di Giuseppe Guttadauro, Filippo, è cognato di Messina Denaro (ha sposato la sorella Rosalia) e si trova all’ergastolo bianco. Per i Guttadauro lavorava Maria Mesi, una delle vecchie fiamme del latitante.

Vita mafiosa

Vassallo, già socio di Giuseppe Grigoli, imprenditore che grazie ai suoi rapporti col padrino di Castelvetrano da piccolo bottegaio ha costruito un impero nel settore della distribuzione alimentare, avrebbe fatto parte della rete di fedelissimi che gestiva le comunicazioni di Messina Denaro e avrebbe contribuito a finanziare la sua latitanza.

Non solo la fuga del padrino. Il blitz ricostruisce i contatti fra gli arrestati con personaggi di primo piano del mandamento di Mazara del Vallo: Vito Mangiarracina, Vito Gondola, Antonino Cuttone, Giovan Battista Agate, Luca Burzotta, Dario Messina. E poi ci sono gli affari comuni di Cosa Nostra: dall’intermediazione nella compravendita di un fondo agricolo, con una provvigione fissata al 2% all’interessamento per far assumere manodopera in una ditta che si era aggiudicata di lavori per il depuratore di Campobello di Mazara, dall’intervento in una procedura giudiziaria per rilevare un terreno di una società fallita all’intervento per fare saldare un debito in favore di un protetto dalla mafia.


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