Messina Denaro, caccia ai complici: sequestrata terza casa VIDEO

Messina Denaro, caccia ai complici: sequestrata terza casa VIDEO

La strategia degli investigatori è chiara: setacciare ogni luogo in cui può essere stato il boss

CAMPOBELLO DI MAZARA (TP) – Anche una casa della madre di Andrea Bonafede finisce sotto sequestro. Ci sono i sigilli al civico 78 di via Cusmano, a Campobello di Mazara. È l’uomo che ha prestato l’identità a Matteo Messina Denaro. L’immobile sarebbe da tempo disabitato.

Andrea bonafede
Il vero Andrea Bonafede

La strategia degli investigatori è chiara: individuare gli immobili dove potenzialmente può essere passato Matteo Messina Denaro e setacciare ogni centimetro quadrato.
Casa Bonafede è stata sequestrata, ad altri immobili potrebbe toccare la stessa sorte nelle prossime ore. Per le operazioni si sono attivati i carabinieri del Reparto territoriale del Comando provinciale di Trapani. Lavorano al fianco degli uomini del Ros che hanno arrestato Matteo Messina Denaro. Il compito tecnico di trovare tracce del passaggio del latitante spetta invece ai carabinieri del Reparto investigativo speciale.

Una cosa va emergendo con chiarezza ogni ora che passa. Il latitante se ne andava in giro come un cittadino qualunque. Faceva la spesa, mangiava al ristorante, andava al bar e dal medico. Lo avrebbe fatto potendo contare su una complicità diffusa. Molti forse erano ignari della sua vera identità, ma tanti altri lo hanno aiutato consapevolmente.

Non si tratterebbe soltanto dei medici, dell’autista e dello stesso Bonafede finiti sotto inchiesta. La rete delle complicità potrebbe essere molto più ampia.

La casa rifugio di via Cb 31 è in una zona centrale di Campobello di Mazara, in mezzo a quel dedalo di stradine che caratterizzano la gran parte dei paesi siciliani. Negozi, supermercati, l’ufficio postale. Una zona trafficata, dunque, dove nessuno si è accorto della presenza di Messina Denaro. I tanti che parlano ai cronisti spiegano di avere scoperto di avere convissuto con il superlatitante soltanto il giorno dell’arresto. Nessuno si è fatto troppe domande.

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