Mulè: "Orgoglio da siciliano, con Schifani pronti a vincere" VIDEO - Live Sicilia

Mulè: “Orgoglio da siciliano, con Schifani pronti a vincere” VIDEO

Il sottosegretario alla Difesa del governo Draghi, candidato capolista degli azzurri a Palermo, si racconta in una lunga intervista a LiveSicilia

PALERMO – “Sono orgogliosamente siciliano. Con Forza Italia siamo pronti a dare un nuovo futuro alla Sicilia e a governare l’Italia. E ai giovani dico che…”. Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa del governo Draghi, candidato capolista degli azzurri a Palermo, si racconta in una lunga intervista a LiveSicilia. Dal ritorno in Sicilia alle criticità di Palermo e di una terra anestetizzata da prebende e assistenzialismo. Mulè è stato direttore di Studio Aperto e Panorama. Adesso è al fianco di Renato Schifani nella campagna per le regionali.

Ha fatto carriera nel mondo dell’informazione ma rivendica sempre di essere siciliano

“Sono orgogliosamente quattro quarti siciliano. Io sono cresciuto a Mazara del Vallo, ho fatto l’università a Palermo. Qui ho cominciato a lavorare nel Giornale di Sicilia, questa è la mia terra e sono anche felice perché ho finalmente acquistato una casa, a parte quelle di famiglia. Questa è una terra nella quale si torna e dalla quale nessuno se ne può andare. Ancora oggi rivendico il mio essere siciliano, ma soprattutto figlio di questa terra”.

Come ha trovato Palermo?

“L’ho trovata cambiata, viva. È una città che sta recuperando i suoi spazi, ma ha molta strada da fare. I rifiuti, la viabilità, il lavoro, sono problemi non risolti negli anni. È una città che non si è rassegnata, vive il suo tempo non nella speranza di cambiare, ma nella certezza che così non si può andare avanti”.

La sua esperienza da sottosegretario, cosa l’ha colpita?

“Un’esperienza umanamente straordinaria. Capisci il sacrificio estremo che i militari sono disposti a fare. È stato molto toccante quando in Lituania, Kossovo e nei teatri internazionali ho incontrato i siciliani. I nostri militari di Palermo e ho visto in loro l’orgoglio di essere siciliani e al servizio della nazione”.

Qual è la sua posizione rispetto alla guerra in Ucraina?

“C’è uno Stato che ha invaso ed è la Russia. Abbiamo fatto quattro invii di armi all’Ucraina, armi che servono per non morire. In questo la posizione deve essere ferma ed è una posizione legata ai valori di civiltà e di democrazia”.

Nel centrodestra su queste posizioni c’è anche Giorgia Meloni, ma Salvini tentenna

“Io so solo che non è mai mancato un solo voto della Lega o di Fratelli d’Italia. Poi ci sono sensibilità diverse sulle sanzioni. Discutiamo se prima la Russa guadagnava 700milioni di euro sull’acquisto di carburanti e oggi 100milioni in più, è evidente che in quel settore le sanzioni potrebbero non essere. Ma non c’è alcun tentennamento su quei valori di adesione alla Nato”.

Il governo Draghi com’è stato, vissuto da dentro?

“Un governo legato alle emergenze, dalla pandemia alla guerra. Noi, al gennaio 2021, prima ancora di Draghi, presentammo un piano sulle vaccinazioni che prevedeva 80 hub vaccinali con l’esercito. Esattamente quello che ha fatto il generale Figliuolo. Un’esperienza esaltante, il governo Draghi ha messo alla prova la nostra capacità, pur non facendo parte di un governo politico, mettendo in pratica quelle risposte che Forza Italia è riuscita a dare”.

Sicilia, si è parlato pochissimo di programmi. Tornano sempre le stesse tematiche, per esempio il Ponte sullo Stretto. In Sicilia devono essere ancora ultimate le opere connesse alla Legge Obiettivo di Lunardi

“Abbiamo autostrade che l’Anas non ha manutenuto. Ferrovie da portare dai tempi del far west all’era moderna. Il gap infrastrutturale è degradante rispetto alle prospettive di chi ci abita. Il grande problema di questa terra è la normalità. L’acqua, le infrastrutture, il lavoro. Si preferisce attaccare e delegittimare l’avversario. La forza di questa coalizione deve essere quella di mettere al centro la Sicilia e i siciliani. La Sicilia ha un gap nelle palestre, solo il 10% dei ragazzi fa il tempo pieno. Non ci sono le mense. Parliamo di normalità. Questo presidente della Regione, Renato Schifani, è la persona giusta per portare la Sicilia a un contesto di normalità”.

Molto spesso ci sono i fondi, ma la burocrazia non li riesce a spendere. Scattano le varianti, i ricorsi al tar, le trafile per spostare un cavo. Ci sono svincoli fermi da 40 anni e si diceva che prima del Ponte sarebbe stato necessario fare le infrastrutture, ma la Sicilia è rimasta ferma

“Lo sabbiamo bene e dobbiamo subire l’onta di percorrere la Catania – Palermo in più ore. Al primo punto del programma di Schifani c’è lo snellimento della burocrazia, anche perché sul PNRR bisogna avere un cronoprogramma ben definito”.

Altro tema, l’emergenza economica, boom di cartelle esattoriali lievitate con interessi e sanzioni, emergenza energetica. Che impegno assumete con i cittadini?

“Non c’è un impegno ma un imperativo, è come se gli imprenditori siano sotto il livello dell’acqua e stiano per morire. Abbiamo l’esigenza immediata di bloccare tutte le cartelle esattoriali, spalmandole in 10/15 anni. Prevediamo che sui 1.100 miliardi di contenzioso ne recuperiamo 81. Non puoi in questo momento infierire su un corpo già ferito. Le imprese hanno un problema enorme, devono concorrere Cassa depositi e prestiti, per ottenere il finanziamento a fondo perduto delle bollette decuplicate”.

Leadership del centrodestra, chi conquista un voto in più sarà il possibile presidente del Consiglio, che ne pensa?

“È una regola giusta, Calenda spera che dopo 6 mesi il Governo cada per rimettere insieme un Governo misto. Il 26 settembre indicheremo al Presidente della Repubblica la persona che ha preso un voto in più”.

In Sicilia nel 2018 il M5S riuscì a conquistare i seggi uninominali. Poi hanno tradito tutti i punti programmatici fino ad avere Di Maio candidato col Pd. Ma c’è un elettorato stanco, perché dovrebbe votare Forza Italia?

“Perché è tempo di riappropriarsi della propria dignità. Noi vogliamo dare una mano a chi sta indietro e a chi percepisce il reddito di cittadinanza bisogna dare la possibilità di rientrare nel mondo del lavoro. La centralità del lavoro e non dell’assistenzialismo serve per favorire la realizzazione delle persone. Io dico ai giovani di riappropriarsi dei loro sogni, noi faremo in modo di metterli in condizione di farli assumere dalle imprese e avere un futuro in Sicilia”.


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