La Sicilia in zona gialla? Forse no. Anzi, possibilmente, dopo una settimana in cui veniva annunciata la variazione cromatica a partire da lunedì prossimo, resteremo in zona bianca. Almeno secondo i pissi pissi, i sussurri di non meglio precisate ‘fonti ministeriali’. Un colpo di scena maturato ieri, quasi che il Covid fosse una fiction con tanto di cambi di copione affidati all’inventiva dello sceneggiatore di turno. Ma cerchiamo, ancora una volta, di riassumere le puntate precedenti.
Zona gialla, anzi bianca
Ieri sera, appunto, la novità dopo una settimana tendente al giallo. Una agenzia precisava: nessuna regione domani (oggi, ndr) dovrebbe passare in giallo. Secondo quanto si apprende, infatti, sembra probabile che domani (sempre oggi, ndr) non ci sarà alcuna ordinanze per il passaggio di fascia delle regioni. Quella maggiormente ‘attenzionata’ per un passaggio di colore dal bianco al giallo sembrava la Sicilia che però ha fatto registrare una stabilità nei valori (10% intensive e 17% area medica).
Il boom dei contagi
Non saremo (forse) gialli. Va tutto bene? Va, purtroppo, abbastanza male. I numeri, come quelli dell’ultimo bollettino (leggi qui), sono testardi. E raccontano di una situazione di ‘guerra’, con quasi mille e quattrocento positivi, come nei giorni tra i più difficili, della pandemia. Tanti ricoverati e tanti morti, in massima parte tra i non vaccinati. Come ha ricordato a LiveSicilia.it il professore Antonello Giarratano: “Se avessimo avuto gli stessi contagi, che registriamo oggi, a novembre dell’anno scorso, quando il vaccino non c’era, ci sarebbero stati trecento pazienti in terapia intensiva”.
La polemica sulla circolare
Né mancano le polemiche sulle ultime decisioni della Regione e sulla circolare che ha circoscritto i paletti per le dimissioni dei pazienti, subito definita anti-zona gialla. Immediata la replica: “Non c’è nessuna circolare ‘svuota ospedali’, come sostenuto da qualcuno, poiché le dimissioni dei pazienti dai reparti per essere curati a domicilio vengono effettuate secondo criteri definiti dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi regionali e riportati nel parere del Comitato tecnico-scientifico regionale. La Regione sta adottando un criterio di precauzione nel riportare le disponibilità di posti letto ai parametri di marzo, non per sfuggire alle restrizioni imposte dai ‘colori’ ma per fronteggiare le richieste di ricoveri, visti i comportamenti sociali poco attenti al rispetto delle regole di prevenzione e l’alto numero di turisti che affollano l’Isola”.
E se diventassimo arancioni?
Ma, visto che siamo nel ballo dei colori, balliamo. La sveglia l’ha suonata un attento docente universitario di Statistica, il professore Antonello Maruotti, qualche giorno fa: “Tra due settimane la Sicilia potrebbe essere in zona arancione. Però la colorazione non è punitiva, ha un valore preventivo”. Nelle tabelle del professore si intravvede un profilo di crescita catastrofica. Ricapitolando: tanti morti, tanti ricoveri, un contagio fuori controllo e una tonalità cromatica in bilico. Nell’intervista già citata abbiamo chiesto al professore Giarratano: a che servirebbe la zona gialla? La sua risposta: “A niente sotto il profilo sanitario, servirà solo a fare polemica politica. Il sistema dei colori così come è concepito, anche nella nuova versione, non serve a contenere la pandemia”.