Omicidio alla Vucciria: il video prova chiave, indagati restano in carcere

Omicidio alla Vucciria, incastrati dal video: restano in carcere

Matteo, Domenico Romano e Giovan Battista sono accusati di avere partecipato al delitto di Emanuele Burgio

PALERMO – Restano in carcere Matteo e Domenico Romano, accusati di avere partecipato all’omicidio di Emanuele Burgio, assassinato a colpi di pistola il 31 maggio scorso alla Vucciria. Il Tribunale del riesame ha respinto il ricorso della difesa.

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Il video, recuperato dagli agenti della squadra mobile, mostra in maniera chiara il momento in cui Matteo Romano fa fuoco contro Burgio. Un primo colpo sparato al torace e poi altri due alle spalle mentre la vittima tenta di fuggire.

La posizione di Matteo Romano è, dunque, cristallizzata nelle immagini di una ferocia che disorienta. Diversa è la posizione del fratello Domenico.

Innanzitutto la sera del delitto Domenico Romano ha raccontato ai poliziotti che a fare fuoco è stato Matteo, ma ha scagionato il figlio Giovan Battista, indicato dagli investigatori come colui che materialmente portò la pistola alla Vucciria e la passò con un movimento fulmineo allo zio Matteo. Giovan Battista ha rinunciato al Riesame.

Nelle immagini delle telecamere di sicurezza si vede Domenico Romano correre dietro Burgio in fuga. Secondo gli investigatori, avrebbe partecipato all’inseguimento ed ecco perché risponde dell’omicidio in concorso. Di diverso avviso la difesa che, invece, sostiene che Domenico Romano cercò cercando di riportare la calma alla Vucciria dopo che gli animi si erano scaldati.

I pubblici ministeri contestano l’omicidio con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi. La lite sarebbe scaturita da un incidente stradale avvenuto pochi giorni prima del delitto. Ma si indaga ancora. Si scava nel mondo della droga e non solo. Emanuele Burgio era figlio di Filippo, mafioso di Porta Nuova che sta finendo di scontare una condanna.


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