Pagliaro: “Governo immobile”| Crocetta: “Errore madornale” - Live Sicilia

Pagliaro: “Governo immobile”| Crocetta: “Errore madornale”

Botta e risposta tra la Cgil e Crocetta sui temi dello sviluppo. Lo Bello diserta la tavola rotonda organizzata dal sindacato. Il governatore: “Non posso obbligare il Pd a non cambiare gli assessori”.

CONGRESSO CGIL
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Il posto vuoto riservato a Lo Bello

ACI CASTELLO –  Congresso regionale della Cgil: Lo Bello diserta, Crocetta corre ai ripari. Fatta eccezione per il cavaliere posizionato sul tavolo della presidenza, di Ivan Lo Bello non c’è traccia. “Per sopraggiunti impegni di natura personale” salta l’atteso faccia a faccia tra il vicepresidente di Confindustria e il presidente Rosario Crocetta. I dubbi circa il rapporto, via via più freddo, tra Confindustria e il governatore non vengono al momento fugati, anzi. Ma il congresso regionale del sindacato rosso è il momento per fare il bilancio su un altro feeling, per la verità mai particolarmente caloroso: quello tra la Cgil e il presidente della Regione. Le parole del segretario regionale, Michele Pagliaro, pronunciate poco prima dell’arrivo di Crocetta, però, non sono certo un invito a nozze, tutt’altro. “La vicenda delle dimissioni dell’assessore Bianchi la dice tutta sulle difficoltà e sull’immobilismo che hanno contraddistinto l’azione del governo”, afferma Pagliaro che però vuole continuare a “puntare” sull’esecutivo Crocetta. Il presidente, però, “deve avere chiaro che solo con un progetto concreto e autorevole, che tolga alibi a chiunque, potrà avere forza nei confronti dell’Ars”. In caso contrario: “Non sarà diverso da chi lo ha preceduto”.

Crocetta durante l'incontro

Parole pesanti come massi che si sommano alle varie critiche circa l’assenza di una politica legata allo sviluppo. Ma il governatore non ci sta. “Non capire il nesso che c’è tra politiche di sviluppo e lotta alla corruzione è un errore madornale. L’Asu di Palermo che prende 500000 euro e usufruisce del sussidio della Regione ruba ai poveri”, dice il governatore che difende a spada tratta il suo operato. Crocetta sciorina le varie iniziative portate avanti dal suo esecutivo: “il piano giovani finanziato con i soldi della formazione deviata”, “la stabilizzazione dei precari in una fase difficile dell’economia” e “diciotto zone franche approvate”. “Capisco l’impazienza, – prosegue Crocetta- ma un mondo distrutto da cinquant’anni non si cambia in pochissimo tempo”. Insomma, Crocetta sembra vestire i panni del premier Renzi, attirandosi le critiche delle parti sociali. De resto è lo stesso governatore a paragonarsi al premier: “Anche a Renzi dicono che è immobile dopo quindici giorni”, dice il presidente che, a differenza dell’ex sindaco di Firenze, è in carica da oltre un anno.

E a proposito di partito democratico e rimpasto, Crocetta minimizza. “Si parla di rimpasto da quando ho formato il governo perché la logica è sempre la stessa, io non voglio obbligare il Pd a non cambiare i propri assessori” e puntualizza che i nomi “sono stati indicati dal Pd che se n’è pentito subito dopo”. Poi lapidario: “Vabbè li cambieremo”. E chissà se non sarà proprio un uomo del sindacato a fare il suo ingresso in giunta. Il nome di Angelo Villari, neo componente della direzione regionale del Pd, circolato nei giorni scorsi, non è al momento né confermato né smentito. In una fase caratterizzata da vari mal di pancia da parte degli alleati e dopo le lodi sperticate dall’ex senatore Pino Firrarello nei confronti dell’operato dell’esecutivo, si potrebbe profilare un’ipotesi di larghe intese all’Ars. Crocetta, però, dribbla la domanda. “Io non voglio i complimenti dal Nuovo Centro Destra, semmai voglio che voti subito il ddl pagamenti per sbloccare i fondi a favore delle imprese”. Chissà se dal voto in aula potrà nascere anche un’alleanza di governo.


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