Palermo 2022, il centro e le grandi manovre tra accordi e malintesi - Live Sicilia

Palermo 2022, il centro e le grandi manovre tra accordi e malintesi

Il punto dopo la kermesse di noi con l'Italia.

PALERMO – Ieri non è stato un sabato qualunque, un sabato italiano. E soprattutto il peggio non sembra essere passato. Inizia la guerra di posizione in vista dell’appuntamento elettorale delle amministrative di Palermo. E il centro scalpita. La kermesse nazionale di Noi con l’Italia di Saverio Romano consegna un quadro di un centrodestra balcanizzato. Dopo la girandola di nomi pronti a correre in campo snocciolati nelle scorse settimane e gli appelli incrociati contro “le fughe in avanti” il puzzle si arricchisce di nuove manovre centriste. Romano non si candida ma dice espressamente di essere pronto a farlo in assenza di una quadra. 

Cuffaro dice sì

Appello raccolto dal padre della nuova Dc, Totò Cuffaro che in sala lancia quello che più o meno può essere letto come un endorsement. “Saverio Romano vuole trovare una sintesi per una candidatura condivisa per il Comune di Palermo, ma se dovesse correre per sindaco di Palermo noi della DC saremmo con lui”, dice l’ex presidente della Regione. Sulla stessa lunghezza d’onda Gianfranco Rotondi, presidente di ‘Verde è popolare’ che si accoda con una dichiarazione rilasciata alle agenzie. Una mattinata al cardiopalma per i centristi disseminati in giro per varie microformazioni nate dopo la diaspora democristiana.

Di Mauro e il malinteso

Una giornata segnata anche da “un caso” destinato a fare discutere nato dopo le affermazioni del capogruppo all’Ars degli autonomisti e popolari, il lombardiano Roberto Di Mauro. “Dobbiamo ricostruire un percorso che avevamo abbandonato, sbagliando” dice in riferimento al centro. Poco dopo avrà modo di specificare che il suo non voleva essere un endorsement a Romano (che a più riprese con fare doroteo rimarca il fatto di non essere in corsa). “Leggo di patti e di candidature. Penso che ho fatto male a partecipare al convegno di Noi con l’Italia. Smentisco qualunque asse di noi autonomisti con chicchessia. Abbiamo un patto federativo con la Lega e nient’altro. Nè sosteniamo nuove candidature a sindaco di Palermo. Si è candidato l’onorevole Totó Lentini nostro capogruppo e questo ci basta”, dice Di Mauro rassicurando gli alleati di Pontida.

Faraone in versione outsider

Nel frattempo il renziano Davide Faraone, candidato in corsa per il trono di Palazzo delle Aquile (lunedì mattina inugura il comitato e presenta il programma), cannoneggia all’indirizzo di Romano (che alla vigilia della kermesse aveva bacchettato la sua” fuga in avanti”. Il senatore torna a vestire i panni dell’outsider e nel frattempo, strada facendo, aggrega un altro pezzetto di centrista (cioè la formazione di Mastella che tramite il coordinatore cittadino Di Trapani dà il via libera a un confronto con i programmi). Gli altri attori per il momento stanno fermi sulla scorta del saggio consiglio di Corrado Guzzanti nei panni di Romano Prodi: cioè prendendo spunto dal semaforo. 

Quelli che stanno alla finestra

I Bonino boy’s di Ferrandelli e i calendiani di Palazzolo ad esempio. Ma soprattutto il convitato di pietra della kermesse di Noi con l’Italia: Roberto Lagalla (nome in quota Udc che fino a poco tempo fa, secondo i bene informati, pensava di avere la candidatura in tasca). Insomma, è “difficile stare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore” avrebbe detto il maestro Battiato. Ma la strada è ancora lunga e, come si ripete fino allo sfinimento nelle stanze che contano, ogni ragionamento dovrà essere complessivo e incastonato in un quadro nazionale e regionale che dovrebbe essere più nitido all’indomani del voto del Quirinale. 


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