PALERMO – Un cantiere a cielo aperto, rumori assordanti e residenti che si lamentano. Sembra il solito copione ma stavolta c’è una particolarità: gli operai iniziano a lavorare alle undici di sera e vanno avanti, senza interruzioni, fino alle cinque della mattina seguente con buona pace di bambini e anziani. E’ quello che da giorni succede nei quartieri Settecannoli e Brancaccio di Palermo, dove Rete ferroviarie italiane sta intervenendo per la sostituzione di un deviatoio, ossia quel dispositivo che permette l’intersezione fra due binari sulla linea che proviene da Romagnolo.
Terrani: “Residenti esasperati”
Il problema è che far lavorare gli operai di giorno significherebbe interrompere la circolazione ferroviaria o poter intervenire solo fra una corsa e l’altra, con pause ogni trenta minuti. Impossibile per Rfi che ha così deciso di aprire il cantiere di notte suscitando le proteste di chi vive in via Gaetano Di Pasquale, via Giuseppe Pianell, via Cialdini, via Santangelo, via Panzera, via Hazon. “Una situazione insostenibile per migliaia di persone – dice il consigliere comunale Pasquale Terrani – Ci sono bambini che non possono dormire ma anche anziani ospitati in case di cura, per non parlare di chi l’indomani deve andare al lavoro e passa la notte in bianco”.
I residenti protestano e si lamentano di non aver ricevuto alcuna avviso preventivo: “Ho ricevuto centinaia di chiamate – spiega Terrani – e fatto le dovute segnalazioni. E’ una situazione inammissibile, era necessario trovare un’alternativa spostando il cantiere nelle ore diurne. Vengono utilizzati mezzi pesanti che producono rumori molesti e assordanti, chi abita a Brancaccio e Settecannoli non è un cittadino di serie B e non merita un simile trattamento”.
Rfi: “Lavori inderogabili”
Il cantiere è stato aperto a inizio agosto, poi è stato interrotto e adesso ha ripreso a pieno regime anche se Rfi assicura che i lavori verranno conclusi la prossima settimana: “L’intervento rientra in un progetto finanziato dal Pnrr – replica l’azienda a Livesicilia – e non era possibile svolgerlo di giorno per le inevitabili ripercussioni sulla circolazione ferroviaria, né farlo tra una corsa e l’altra provocando un allungamento dei tempi”.