Palermo, "ti ammazzo, ti attacco, animale": orrore in casa di riposo

“T’ammazzo, ti attacco, animale”: orrore in casa di riposo VIDEO

Ecco cosa accadeva nella struttura di viale Lazio

PALERMO – Bastano, purtroppo, le immagini e le frasi registrate dai finanzieri. Le indagini faranno il loro corso per accertare le responsabilità individuali. Fin d’ora, però, emerge la condizione disumana in cui erano costretti a vivere gli anziani ospiti della casa di riposo “Il giardino delle strelizie” di viale Lazio, a Palermo.

Sotto inchiesta ci sono sei persone. Il blitz degli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria ferma l’incubo. Il merito è di un anziano che ha chiesto aiuto per telefono. La Procura ha dato il via libera e nella struttura sono state piazzate le telecamere.

Le frasi registrate vanno solo riportate. Non serve aggiungere altro. “Stai ferma che ti devo cambiare, ferma con queste mani… se no te le stacco. Abbassa queste mani”.

“Si vuole sedere in gabinetto? Se lei non si mette seduta bene ora l’ammazzo io a lei io non ce la faccio andare stamattina, la faccio stare in cucina tutto il giorno. Lei continua a comportarsi così e se continua a parlare io non ce la faccio andare”.

“Ferma con queste mani perché appena inizi io riattacco le mani… ti prendo le mani e te le attacco”. “Sei rincoglionito totale… sei rincoglionito… ora l’ammazzo”.

Gli anziani venivano immobilizzati per ore a letto o sulla sedia a rotelle per ore. E poi pugni in testa, schiaffi, spintoni. I pazienti reagivano. “Selvaggia… animale… indegno”, urlavano gli operatori socio sanitari.

Ci sono due aspetti che inquietano più di altri. “Gliene ho dato tre… noi facciamo a modo nostro perché tanto due gocce per lui sono niente”, diceva una dipendente della struttura. Aveva somministrato, di sua iniziativa, una dose superiore di Talofen, un farmaco utilizzato per il controllo del comportamento aggressivo ed in caso di stati di agitazione psicomotoria.

La casa di riposo ospitava anche pazienti non autosufficienti e psichicamente instabili. Il compito degli operatori era prendersi cura di tutti. Servivano attenzione e professionalità ed invece regnava l’insofferenza verso anziani che non avevano più, per l’età e per la malattia, il controllo delle proprie azioni.

Nei dialoghi fra gli altri lavoratori della casa di riposo i metodi violenti di alcuni colleghi erano noti: “… questa normalmente si trova i lividi quando c’è Vincenzo… certe volte gli alza le mani… la tratta così di merda”. Per fermarlo sono dovuti intervenire i finanzieri.


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