PALERMO – “Forti pressioni sui portalettere di Poste Italiane affinchè escano al lavoro anche sprovvisti di mascherine e dispositivi di sicurezza anti coronavirus”. Il caso viene sollevato dalla segreteria del Slp-Cisl di Palermo e Trapani guidata dal segretario Filippo Micali.
“Precisiamo – spiega Micali – che le mascherine fornite sono monouso e a volte di numero inferiore a quello dei portalettere e quindi non bastano per tutti. Quelle consegnate in precedenza sono già deteriorate. La Ram 2 di Palermo (cioè i vertici dell’area recapito del capoluogo ndr) sostiene che si può effettuare l’attività di recapito anche senza l’uso della mascherina e qualora qualche portalettere dovesse rifiutarsi di uscire, verrà segnalato. In considerazione dei tragici fatti accaduti che hanno causato la morte di due colleghi impegnati nell’esercizio della propria attività di recapito e di sportello, è fondamentale a questo punto l’uso di tutti i dispositivi DPI individuali – continua il leader territoriale della Cisl Poste Filippo Micali -. Riteniamo opportuno citare l’integrazione al DVR per valutazione del rischio biologico correlato all’improvvisa emergenza legata alla diffusione del virus SARS-CoV-2 (cosiddetto “coronavirus”) causa della malattia Covid-19 (art 271 del D.Lgs.9 aprile 2008,n.81 e s.m.i.) valido per tutti i Contesti di Rischio (CdR)”.
“Per quanto sopra – conclude il segretario Micali – si ritiene legittima l’astensione dalle attività lavorative per tutto il personale addetto al recapito mancante delle adeguate dotazioni di sicurezza. Se tali inadempienze dovessero perdurare saremo costretti a esporre denunce alla Procura della Repubblica e al Prefetto”.