Palermo, il borsino del centrodestra: chi sarà il candidato

Palermo, il borsino del centrodestra: chi sarà il candidato

I giorni decisivi per la partita del sindaco nella coalizione. Su chi puntereste?
PALERMO 2022
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Potrebbe essere un giallo classico, con un’identità segreta, coperta da una X, ancora da svelare. Potrebbe essere una riedizione assai meno ilare e di classe del famoso pendolino di Maurizio Mosca, indimenticato luminare di prognosi calcistiche più o meno azzeccate. Ma il pendolino, in confronto al caos del centrodestra siciliano, era quasi una scienza esatta. Tra oggi e domani si susseguiranno le consultazioni che dovrebbero – nelle speranze di chi lavora ogni giorno per l’unità della coalizione – approdare al famoso nome di tutti per il candidato sindaco a Palermo. Variabili del discorso che lo rendono estremamente fluttuante. Una fitta interlocuzione tra Berlusconi e Salvini. Un possibile incontro romano (ma c’è chi sostiene che non si terrà e che ci saranno soltanto contatti telefonici). L’ipotesi concreta, nonostante gli auspici di Nino Minardo, numero uno della Lega in Sicilia, che alcuni, o tutti, corrano per conto loro. Con il ‘rischio’ di consegnare la partita, dopo il vituperato (dal centrodestra) Leoluca Orlando, allo stesso perimetro politico in evoluzione. Qui si tenta di ricostruire le quotazioni dei protagonisti. In ordine alfabetico.

Cascio, Forza Italia e Miccichè

Il forzista Francesco Cascio, da molti, ma non da tutti, viene indicato come il papabile con maggiore probabilità di ricevere l’investitura e non è un oroscopo che ha sempre portato fortuna. C’è un elemento importante che gioca a suo favore (in questo ‘borsino’ si prendono in considerazione gli incastri, non le qualità del singolo): il sostegno incrollabile di Gianfranco Miccichè che, per ragioni interne nella sua Forza Italia dilaniata ed esterne, della coalizione, non può permettersi di perdere la disfida di Palermo. Cascio avrebbe avuto rassicurazioni e, anche per lui, se non fosse il candidato, lo smacco sarebbe cocente.

Lagalla, la ‘fuga in avanti’ e l’orgoglio

Roberto Lagalla, uomo di centro, avrebbe i numeri per godere di consenso, sia come candidato designato, sia come proposta capace di unire mondi dissimili. L’incoronazione non è avvenuta, verosimilmente, per rancori di antico o recente conio e per dissapori politici nati dopo la ‘fuga in avanti’ della sua discesa in campo e delle dimissioni del governo regionale, secondo addebiti che gli si muovono. Un legittimo orgoglio che si è, oggettivamente, scontrato con le fibrillazioni del centrodestra. Lui, comunque, ha fatto sapere che non molla, che correrà in solitaria e che non si ritirerà. Vedremo gli sviluppi di una storia che promette diverse puntate, più o meno avvincenti.

Scoma, il puzzle e il diktat di Salvini

Francesco Scoma è l’alfiere della Lega. Minardo lo ha ribadito: “Noi con ‘Prima l’Italia’ abbiamo il nostro nome che è noto, cioè Francesco Scoma, e che consideriamo fortissimo su Palermo”. La richiesta di Matteo Salvini è stata chiara: se non possiamo avere Palazzo d’Orleans, ci spostiamo su Palazzo delle Aquile. E si sa che, alla Regione, il presidente Nello Musumeci punta al bis. Il puzzle potrebbe completarsi con il suddetto Scoma in lizza per Palermo e Miccichè presidente dell’Ars. Ma pare che tra i due non corra buon sangue.

Varchi, giovane e ‘discontinua’

Nel momento in cui tutti (perfino a sinistra, con parole più o meno accomodanti) predicano la discontinuità dell’ultimo quinquennio Orlando, viene in mente che pochi sarebbero considerati più discontinui di Carolina Varchi in quota ‘Fratelli d’Italia’, figura completamente all’opposto dell’Orlandismo. Non sarebbe, certo, la sola nel requisito preso in considerazione, ma avrebbe il vantaggio di un’età e di un cursus honorum verdi rispetto a un sistema complessivo. La ferma volontà della ricandidatura Musumeci a Palazzo d’Orleans e l’inimicizia tra i ‘due centrodestra’ non lavorano a suo favore.

Gli altri

E poi ci sono gli altri, in quel dizionario senza confini che è ormai la nostra politica. Il conto, possibile, lo ha fatto Totò Cuffaro, in una intervista con il nostro giornale: “Se le cose andranno bene, per quello che vedo, il centrodestra andrà con almeno tre candidati: Varchi, Lagalla e Cascio. Altrimenti saranno sei (…). Lagalla, Cascio, Varchi, Lentini, Scoma e Faraone che dialoga con il centrodestra”. Il pronostico finale? Non sarebbe semplice, nemmeno per un mago del pendolino.


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