Palermo, mafia: 15 condanne. I Sorrentino non sono capi

Mafia: 15 condanne. I Sorrentino, padre e figlio, non sono capi

Salvatore e Vincenzo Sorrentino
Ci sono sei assolti. Ricostruiti anche gli incontri in carcere

PALERMO – L’elenco dei condannati si apre con Salvatore e Vincenzo Sorrentino, padre e figlio. Undici anni e 8 mesi di carcere sono stati inflitti al primo e 8 anni al secondo, ma per entrambi cade l’accusa di avere diretto la famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia.

Il giudice per le indagini preliminari Claudio Bencivinni ha emesso la sentenza con il rito abbreviato al processo che vedeva imputati personaggi noti alle cronache e nuove leve arrestati l’anno scorso dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria.

Summit e baci in bocca

Le indagini, coordinate dai pubblici ministeri Federica La Chioma e Francesca Mazzocco, fecero emergere che il carcere non avrebbe impedito ai boss di continuare a gestire gli affari criminali. Sorrentino utilizzava le videochiamate consentite durante il periodo Covid per trasmettere gli ordini. Ed emerse pure che all’interno del carcere Pagliarelli gli equilibri mafiosi interni rispecchiavano le gerarchie esterne con tanto di summit e baci in bocca.

Sorrentino senior (difeso come il figlio dall’avvocato Michele Giovinco) stava già scontando 10 anni di carcere, a cui si aggiunge la nuova pena. La condanna più pesante è stata inflitta a Leonardo Marino (16 anni in continuazione con una precedente condanna) che rispondeva di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti. Altro volto noto è Andrea Ferrante (4 anni). Ha retto solo l’ipotesi di intestazione fittizia dei beni. Stessa cosa e stessa pena per Giovanni Cancemi (difeso dagli avvocati Tommaso De Lisi e Teresa Todaro) che sta già scontando una condanna agli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni (il riesame aveva annullato l’aggravante mafiosa).

Le altre condanne

Queste le altre pene: Alessandro Miceli 2 anni (difeso dagli avvocato Tommaso de Lisi e Teresa Todaro, è stato scarcerato. Assolto dall’associazione mafiosa, ha retto solo per intestazione fittizia), Pietro Maggio 2 anni, Silvestre Maniscalco 2 anni (avvocati Rosanna Vella e Luca Monteleone, tutti per intestazione fittizia, i reati di mafia non hanno retto al vaglio del gip e sono stati scarcerati), Rosaria Leale 6 anni e 8 mesi (associazione finalizzata al traffico di stupefacenti), Cristian Tommasino 7 anni e 2 mesi (associazione finalizzata al traffico di stupefacenti).

Ed ancora: Gaetano Sorrentino 7 anni e 2 mesi (associazione finalizzata dal traffico di stupefacente), Luigi Abbate 7 anni (associazione finanziata dal traffico di stupefacenti), Vincenzo Adelfio 7 anni (associazione finalizzata al traffico di stupefacenti), Andrea Nicolò 7 anni e 2 mesi, di Reggio Calabria (traffico di stupefacente), Vincenzo Sparla 5 anni e 4 mesi, marsalese (traffico di stupefacenti). Nel caso dei reati legati agli stupefacenti è caduta l’aggravante di mafia.

I condannati dovranno risarcire le parti civili: Comune di Palermo (avvocato Ettore Barcellona), Federazione antiracket, Centro Pio La Torre (avvocato Francesco Cutraro), Sos Impresa, Solidaria, Confcommercio, Confesercenti, Assoimpresa, Sportello per la legalità.

Gli assolti

Assolti e scarcerati Giampiero Giannotta (rispondeva di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti con l’aggravante mafiosa), Gianluca Bruno (associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti), Morris Morgan Cardinale (concorso esterno), Rosario Manno (concorso esterno), Paolo e Francesco Maniscalco (concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni). Erano difeso dagli avvocati Michele Giovinco, Antonio Turrisi, Angelo Barone, Giovanni Castronovo, Giuseppina Candiotta, Filippo Gallina e Debora Speciale.


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