Palermo: frutta, verdura e farfallette al salmone: gli affari della mafia

Frutta, verdura e farfallette al salmone: gli affari del boss della Noce

Gli interessi economici su cui indaga la polizia

PALERMO – Mafioso e imprenditore. Renzo Lo Nigro dopo la scarcerazione per fine pena del 2022 sarebbe tornato ad occuparsi di questioni mafiose alla Noce. Riteneva di meritare un posto di rilievo ed entrò in contrasto con i boss emergenti. Nel frattempo, però, avrebbe investito in nuove attività commerciali.

Ieri l’arresto nel blitz assieme ad altre undici persone. Gli investigatori della squadra mobile si concentrano sugli aspetti patrimoniali e sugli affari della famiglia mafiosa.

La mafia e il negozio di frutta e verdura

Di investimenti Lo Nigro parlava già nell’ultimo periodo di detenzione trascorso agli arresti domiciliari. Voleva aprire un negozio di frutta e verdura nella zona di corso Camillo Finocchiaro Aprile, una delle strade ad alta densità commerciale della città dove convivono i negozianti in regola e gli abusivi che hanno occupato ogni centimetro quadrato di suolo pubblico. Lo Nigro si era affidato a dei prestanome per evitare il sequestro.

Aveva pure deciso di avvertire Guglielmo Ficarra, che allora era il capomafia dello Noce: “Gli ho detto a questo amico mio… tu gli dici vedi che sono con Renzo e sono in società”: E “Gugliemo si è comportato cento carati”.

Nello studio del legale

Lo Nigro e uno dei suoi prestanome andarono insieme nello studio di un legale per formalizzare il contratto d’affitto del locale. La “testa di legno” aveva più di qualche perplessità e Lo Nigro tentò di rassicurarlo: “Tu devi amministrare la cosa… te la azzizzo (sistemo, ndr) io la cosa… tu non ti devi creare problemi… ti ho detto che io ti devo portare al punto che tu ti amministri due, tre locali… la frutta e verdura, questo e quella… solo questo devi fare”.

“La prima cosa che dobbiamo comprare è il furgone… per andare a caricare la merce… andare a scaricare la merce – aggiungeva -. Io ti ripeto a dire, perché non posso venire per evitare di fare sequestrare tutte cose… ma vedi che sarei io il primo ad andare allo scaro”.

In realtà la prima cosa da sistemare era un’altra: stoppare la concorrenza di uno dei tanti abusivi che affollano la zona di corso Olivuzza: “Vabbè, a Luciano in due secondi… gli dico stringiti ora… il putiaro ora a questo gli tagliamo i ponti”. Il negozio di frutta e verdura è stato aperto? Le indagini sono in corso.

Il ristorante in via Maqueda

Contemporaneamente Lo Nigro aveva manifestato l’intenzione di aprire anche un ristorante nella zona di via Maqueda. Qualcuno lo aveva preceduto e si era preso il rimprovero del boss: “Che ti stai
prendendo… gli ho detto… il locale senza tuppuliare
(senza bussare ndr)”. Non c’era bisogno di alcuna autorizzazione visto che l’uomo era il nipote del “patatone”, soprannome riconducibile ad Emanuele Vittorio Lipari, in passato condannato per mafia e padre di Onofrio, sotto processo per l’omicidio del boss Giuseppe Di Giacomo. Il cognato sarebbe Paolo Dragotto, anche lui detenuto.

“Appena mi ha detto così… stunavu”, ammetteva Lo Nigro che fece un passo indietro ma ricevette un indennizzo di duemila euro per la mancata apertura. Ha poi indirizzato i suoi interessi su qualche altro locale della zona tra i tanti spuntati come funghi in centro storico?

La pescheria

Un affare che sarebbe andato in porto è quello di una pescheria nella zona di via Eugenio l’Emiro alla Zisa. Un signore si era rivolto a lui per recuperare un credito di 15 mila euro dal vecchio proprietario e Lo Nigro avrebbe fiutato l’affare: “… ce lo prendiamo insieme questo negozio?... Io non sono del mestiere però. Io ci posso stare mezza giornata…. Fammela chiudere a me… fammi un appuntamento”.

“La pescheria – annotano gli investigatori – veniva acquisita mediante una società occulta della quale faceva parte anche il medesimo Lo Nigro“. Il boss avrebbe fatto terra bruciata attorno alla sua attività. La concorrenza doveva sparire. Ad esempio quella del “fornaio accanto” che cucinava e proponeva primi piatti. “Appena lui mette una farfalletta al salmone quando siamo aperti noi facciamo tredici... concorrenza non ne vogliamo noialtri”, diceva Lo Nigro. Anche sulla pescheria si concentrano le indagini della Direzione distrettuale antimafia. Sono tanti i mafiosi che hanno investito soprattutto in centro storico. La mappa delle attività commerciali va ricostruita.


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