Palermo, i boss di Porta Nuova misero in riga quelli dello Zen

Palermo, i boss di Porta Nuova misero in riga quelli dello Zen

Una lite in un locale notturno stava per degenerare

PALERMO – I boss di Porta Nuova erano arrivati ai ferri corti con quelli dello Zen. Toccò a Giuseppe Incontrera, assassinato a fine mese alla Zisa, e all’anziano Calogero Lo Presti discutere con Letterio Maranzano.

Quest’ultimo, due anni fa, era stato convocato per una faccenda che riguardava uno dei suo fratelli, il quale aveva litigato con Nicolò Di Michele in un locale notturno.

Lo Presti, dopo avere rimproverato Di Michele, che è suo nipote, (“Non ce ne sono scusanti… quando uscite con la moglie ve ne andate al ristorante e poi a casa”), ne aveva comunque preso le difese, mettendo in riga Maranzano. Di Michele è stato arrestato dopo una brevissima latitanza.

C’era stato un incontro e Lo Presti, come lui stesso diceva, era stato durissimo: “Che dobbiamo fare gli ho detto. O ti cali la testa o li lasciamo liberi e vediamo che fai”. Letterio Maranzano, sebbene il fratello fosse stato picchiato, fu costretto a non cercare vendetta.

Teste calde i Maranzano. Letterio di recente è stato condannato per tentato omicidio. I loro nomi fanno parte di una lista di persone con cui Incontrera era entrato in rotta di collisione. A fine giugno Salvatore Fernandez lo ha assassinato a colpi di pistola. “Ho agito da solo”, ha detto ai carabinieri il giorno in cui si è consegnato in caserma.


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