PALERMO – Le mascherine anti Covid non sarebbero state conformi agli standard di sicurezza, mentre i documenti che ne certificavano la qualità sarebbero stati contraffatti.
I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno sequestrato beni e disponibilità finanziarie per oltre 10 milioni di euro nei confronti di due società, con sede a Palermo e in provincia di Enna, e dei rispettivi amministratori.
Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica. Gli indagati per frode nelle pubbliche forniture sono Carmelo Grassia della “Keiwell Solution Italia srl” di Troina e due cittadini di origine indiana Gupta e Vipin Pankaj della “Italia Paramount Strategies” di Palermo.
I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria avrebbero riscontrato “significative irregolarità in relazione a numerose forniture di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale” vendute al Dipartimento della Protezione civile della Regione siciliana durante l’emergenza Covid.
Secondo l’accusa, pur di massimizzare i propri guadagni i tre indagati avrebbero fornito “prodotti non conformi ai previsti standard di sicurezza, producendo a corredo documentazione viziata da gravi lacune e contraffatta”. Durante l’emergenza Coronavirus la finanza ha sequestrato 35 milioni di pezzi insicuri, di cui due milioni forniti dalle due società colpite dal sequestro. I finanzieri agli ordini del colonnello Carlo Pappalardo hanno ascoltato anche il contenuto di numerose intercettazioni.
“L’operazione di oggi testimonia la costante attenzione e l’impegno profuso dalla guardia di finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo – si legge in una nota del comando provinciale guidato dal generale Domenico Napolitano – nel contrasto agli illeciti ai danni della pubblica amministrazione che incidono sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini, mettendo a rischio, in taluni casi, la sicurezza e la salute degli stessi”.