Palermo: protestano i fonici, trascrittori e stenotipisti FOTO - Live Sicilia

Palermo: protestano i fonici, trascrittori e stenotipisti FOTO

La mobilitazione fa seguito ai presidi organizzati a febbraio in tutta Italia
LA VERTENZA
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PALERMO – Sit in di fonici, trascrittori e stenotipisti forensi. A Palermo il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori della società Ricina, dei Tribunali di Palermo e Termini Imerese, impiegati nel servizio di documentazione degli atti processuali nell’appalto del ministero di Giustizia si sta tenendo davanti al Palazzo di Giustizia, in piazza Vittorio Emanuele Orlando.

La protesta rientra nello sciopero nazionale di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTrasporti, per la vertenza dei lavoratori delle società Nuovi Orizzonti, Ricina e Verbatim. Fa seguito alla giornata di mobilitazione nazionale del 18 gennaio e alla settimana di presidi organizzati in tutta Italia dal 19 al 25 febbraio scorsi. La nuova mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria “alla luce del grave silenzio” da parte del titolare del dicastero, il ministro Carlo Nordio, e in seguito al mancato riscontro all’ennesima richiesta di attivazione di un tavolo permanente di confronto sindacale, “sollecitato a più riprese” e “utile ad affrontare le incertezze sul mantenimento dei livelli occupazionali e salariali attualmente presenti nell’appalto in scadenza”. 

Ad incontrare i lavoratori è arrivato il presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini che spiega: “Sono solidale con questi lavoratori per due motivi. Il primo: bisogna rispettare la dignità del lavoro. Il secondo: dobbiamo riconoscere l’importanza del loro ruolo all’interno della macchina della giustizia specialmente in questa fase in cui il processo va verso la digitalizzazione. Questi lavoratori ci aiutano concretamente nello svolgimento delle udienze”.

“Ritengo dunque che sia fisiologicamente irrinunciabile il loro coinvolgimento – aggiunge Morosini – bisogna però far capire bene le cose. Servono, ed è un dato certo, dei tecnici per il processo digitale. Si pensa di fare un concorso per assumere personale che poi dovrebbe essere formato, quando invece abbiamo la soluzione a portata di mano. Ci sono persone che lavorano con noi da oltre 30 anni e hanno raggiunto una grande professionalità. Mi farò portavoce di questa istanza al ministero di Grazia e Giustizia”.

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