CATANIA – Accanto a una moto d’acqua ci sono alcuni scafi. E a fianco, all’ombra di un alberello, un divano di vimini. Il mare, però, è solo ad alcuni chilometri di distanza e sull’attrezzatura nautica c’è uno spesso strato di polvere: è gettata in mezzo a quello che, un giorno, anche grazie ai fondi del Pnrr, potrebbe diventare il Parco Monte Po – Vallone Acquicella e che, per il momento, è una discarica a cielo aperto in un luogo che dovrebbe essere, al contrario, un gioiello in mezzo alle case. “Entrano direttamente coi camion, intorno a ora di pranzo“, spiegano alcuni residenti di via Sorrento, la strada da cui si accede alla parte più alta del parco. La stessa strada in cui, ieri mattina, poco dopo il sopralluogo di LiveSicilia, la sala operativa dei Vigili del fuoco di Catania è stata costretta a inviare un’autobotte per un incendio di rifiuti.
A un certo punto l’asfalto finisce e comincia la strada sterrata. Ci vuole poco per dimenticarsi che tutt’attorno ci sono i quartieri popolari, la caotica via Palermo, la circonvallazione. C’è un giardino che arriva fino al mare, attraversato da sentieri su cui si vedono i segni dei battistrada dei camion. Ogni spiazzo è la stazione di una via crucis dell’immondizia: vecchi mobili, libri di scuola abbandonati. Stazione numero uno. Una pila di copertoni su una porzione di terra su cui altri copertoni, prima, erano stati bruciati. Stazione numero due. Fusti di birra vuoti. Stazione numero tre. Confezioni di lattice per edilizia. Stazione numero quattro. L’immancabile amianto. Stazione numero cinque. Se ne potrebbero contare a decine, inoltrandosi in un posto che la città sembra avere dimenticato.
Chi non l’ha scordato sono, certamente, le associazioni ambientaliste e il comitato promotore del Parco Monte Po-Vallone Acquicella, che con l’amministrazione comunale è in attesa di siglare un patto di collaborazione. La bozza gira da mesi, ha l’obiettivo di coinvolgere le 16 associazioni e tutti i cittadini che volessero nella realizzazione del futuro polmone verde del capoluogo etneo. Il progetto supera i 200 ettari, parte a Monte Po e arriva fino alla foce del fiume Acquicella, nei pressi del porto di Catania. Nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stato inserito un progetto da oltre 15 milioni di euro che va in questa direzione.
“In realtà – spiega Giuseppe Rannisi, rappresentante del Comitato Parco Monte Po-Vallone Acquicella – il progetto riguarda solo una parte delle aree già di proprietà del Comune di Catania”. Per un totale di circa 28 ettari. Poco più del dieci per cento del sogno delle associazioni. Che, invece, riguarda anche i terreni che, al momento, non sono di proprietà di Palazzo degli elefanti. “Ricordiamo – conclude Rannisi – che Catania ha un enorme deficit di verde: se anche riuscissimo, e speriamo di riuscirci, a ottenere il parco per tutti i 250 ettari che vogliamo, non basterebbe comunque a compensare quanto si è costruito”. Per parlare anche di questo, a partire dalle 16 di oggi pomeriggio, all’Orto Botanico si terrà un convegno dal titolo: “La proposta di parco territoriale Monte Po – Vallone Acquicella: verso un progetto di comunità“.