CATANIA- Duro atto d’accusa ai politici etnei e all’amministrazione comunale. L’ingegnere Concetto Costa, progettista dei principali imprenditori siciliani, spiega perché Catania è ferma e perchè nessuno è più disposto a investire. Dalla mancanza del piano regolatore, al piano commerciale che doveva essere redatto nel 2002. Passando dai politici che hanno governato Catania: Enzo Bianco, Umberto Scapagnini e Raffaele Stancanelli. L’ingegnere Costa non risparmia neanche l’amico di vecchia data Raffaele Lombardo: “ha prodotto soltanto danni alle imprese”.
Ingegnere, in che condizioni si trova Catania?
Gli imprenditori si sono scoraggiati. Oggi pensiamo a lavorare all’estero, qui non si può investire, non ci sono più le condizioni. Credo che sia sotto gli occhi di tutti il degrado di questa città, posso dire che dal mio punto di vista siamo piombati all’anno zero, dal punto di vista ingegneristico, dell’architettura, dell’economia, siamo fermi completamente.
C’è stato un momento in cui Catania sembrava risorgere?
Se vogliamo essere sinceri c’è stata questa ristrutturazione dell’immagine con Enzo Bianco, però, nella sostanza, l’apertura dei pub e le quattro fioriere non penso abbiano veramente prodotto vantaggi economici per la città. Forse l’amministrazione Scapagnini ha dato un segnale concreto, con le piazze che sono state ristrutturate, piazza Duomo, la via Etnea, le centinaia di chilometri di fognature che sono state fatte. Lo stesso non posso dire di Stancanelli.
Il piano regolatore che fine ha fatto?
Il piano regolatore è una vergogna, uno scandalo, un monumento all’incapacità. Dopo 40 anni e un fiume di soldi spesi, da Bianco a Scapagnini, siamo arrivati all’amministrazione Stancanelli, che per assicurare la discontinuità col passato ha cestinato tutto. In questo modo niente si muove, a partire dal piano commerciale, che doveva essere redatto nel 2002.
Perché non esiste dieci anni dopo?
O perché ci sono interessi contrastanti con l’approvazione, oppure perché chi amministra è un incapace. Peggio ancora il piano di edilizia economica e popolare convenzionata e sovvenzionata, che a Catania non esiste. Si è andati avanti con il privato o le cooperative che individuavano un’area e proponevano il programma costruttivo, il consiglio comunale se ne guardava bene dal prendere parte ad una votazione di variante e tutto è stato sempre approvato da un commissario straordinario. In questo modo è avvenuto un vero e proprio scempio del territorio.
E’ vero che con questa metodologia facevano la parte dei leoni tutti quelli che avevano una corsia preferenziale con le varie amministrazioni?
No, perché le imprese, di fronte all’inerzia delle amministrazioni, acquisivano un diritto. In questo modo il nostro territorio è stato sconvolto. A Cerza per esempio, un terreno dei salesiani si è trasformato nella grande selva di palazzoni che tutti conosciamo.
Quali sono le conseguenze della mancanza di programmazione degli ultimi decenni?
Programmazione significa attività ordinata, invece a Catania si procede in modo disordinato facendo crollare l’economia. Io sostengo che Catania sta vivendo una crisi che è anche nazionale, ma ci sono responsabilità locali non indifferenti. La crisi della città dipende dalla crisi di creatività dell’amministrazione comunale. Scapagnini aveva programmato una serie di opere, possiamo discutere del fatto se erano opportune oppure no, Stancanelli è stato capace di bloccare tutto, travolto dal problema economico, però ha bloccato tutto. Non vedo qual è l’opera meritoria che avrebbe fatto questo sindaco.
Dal punto di vista urbanistico, Catania in che fase si trova? Come funziona l’edilizia?
L’iniziativa oggi è bloccata da un piano regolatore che mortifica la città e l’iniziativa. Siamo di fronte a situazioni paradossali
Ho una lettura dello stato di crisi di Catania: c’è stato un momento in cui un sistema, che aveva come referente politico soprattutto Raffaele Lombardo, sembrava garantire corsie preferenziali a un gruppo di imprenditori. Nella pratica però, dal punto di vista amministrativo, ha fatto cilecca. E’ vero o no?
Io ho molta stima di Raffaele Lombardo, siamo vecchi amici dai tempi dei salesiani, credo che le imprese hanno avuto soltanto danni dalla presenza di Raffaele Lombardo, perché nessuna delle opere è stata realizzata. Sia a livello regionale che provinciale.
Qual è la verità su piazza Europa?
Il gruppo di Venora e Maccarone sono usciti dalla compagine perché non potevano sostenere il peso del mutuo da pagare alle banche dopo il sequestro.
Com’è stato possibile ottenere l’autorizzazione per edificare a 100metri dal mare?
E’ tutto sotto terra, il problema non si pone.
Quali sono gli interessi dei Virlinzi?
Vogliono fare una palestra a Ognina, al posto del vecchio stabilimento Fiat e stanno avendo molti problemi
E Ciancio, che vantaggi ha avuto?
Uno sicuramente l’ha avuto, non è stato proprio un vantaggio ma era un atto dovuto, lui ha avviato il centro commerciale Porte di Catania. Il progetto è stato fatto dal nostro studio. Ciancio aveva un’area da una vita…
Davanti all’aeroporto…
Si, ma non c’è alcuna influenza sul cono di avvicinamento degli aerei, l’assenza di piano commerciale, e torniamo al discorso di prima, ha determinato la possibilità dell’iniziativa privata. Nel vecchio piano regolatore del 1960 non c’erano aree commerciali. Ciancio ha applicato una norma, ha presentato una progetto e ha esercitato il suo diritto. Posso immaginare che se ci fosse stata un’amministrazione di rifondazione comunista avrebbe fatto le barricate, ma Ciancio ha rivendicato un diritto…
Era necessaria la variante del consiglio comunale?
No, erano presenti tutti i soggetti che dovevano approvare il progetto. Il consiglio comunale doveva prendere atto della variante..
Però poteva rifiutarsi…
Ritengo che l’amministrazione non poteva non approvare la variante. Se la variante è stata un’agevolazione nei confronti di Ciancio è stato un favore, ma non penso.
In questo momento, quali sono i progetti bloccati su Catania?
Intanto Corso dei Martiri…
Ma questo diritto a costruire le imprese lo hanno acquisito? Il sindaco ha portato due diversi architetti in consiglio comunale. Gli imprenditori, avendo i soldi, potrebbero aprire il cantiere?
Una corrente di pensiero ritiene che i vincoli siano decaduti, bisogna andare in consiglio comunale, teoricamente l’opera non è realizzabile. Illustri professionisti sostengono il contrario.
Il Tar ha detto che i vincoli erano scaduti…
Corso dei Martiri è bloccato, si tratta di 4mila vani circa, non ci sono le condizioni per costruire.
Spostiamoci verso il mare c’è l’area dei binari della stazione.
Quando si parla di quest’area non si può prescindere dal progetto di interramento della ferrovia. E c’è il discorso del palazzo delle Poste, che si poteva ristrutturare con 4milioni di euro e hanno fatto un progetto da 40 milioni di euro, per non realizzarlo.
Com’è finita con il waterfront? Le associazioni ambientaliste si sono opposte…
Sarà il nuovo Corso dei Martiri, tutto bloccato. Il Comune rischia di pagare milioni di euro di risarcimento danni perché sono state fatte gare regolarmente aggiudicate, ma la convenzione non è stata mai siglata.