Ponte, miliardi, treni e politica: ecco il piano "Ulisse" - Live Sicilia

Ponte, miliardi, treni e politica: ecco il piano “Ulisse”

Burocrazia, ponte, leggi, politica, la società in liquidazione, i piani alti e i nodi. Ecco il piano "Ulisse".

MESSINA – Per anni è stato sospeso tra le correnti della politica, in balia di sirene, prigioniero degli interessi e ancora oggi rappresenta un affare miliardario, un’opportunità per alcuni, un inutile spreco per altri.

Per portare a casa il progetto “Ulisse”, cioè il ponte sullo Stretto, la Regione ha un piano preciso. Un piano che si nuove su due punti che tengono conto di tutti gli scenari, compresi i problemi tecnici e gli imprevisti.

L’incontro

Ufficialmente si è trattato di un incontro promosso da ambienti accademici di prestigio, Lettera 150, rappresentata dal costituzionalista Felice Giuffrè. Ma la presenza dell’ex ministro Pietro Lunardi , del numero uno di Webuild Pietro Salini, del governatore della Calabria Antonino Spirlì, conferma che non si è trattato di una passerella.

C’è una strategia precisa che passa dal ruolo di Marco Falcone, l’assessore alle Infrastrutture che puntella Musumeci ( che comunque ha un filo diretto con Berlusconi da tempo) in Forza Italia siciliana, partito che ha fatto tesoro del consenso attorno alle grandi opere, il primo amore di Gianfranco Micciché, ex sottosegretario con delega al Cipe.

Soldi e potere politico

“Ventimila posti di lavoro”, ha ribadito Salini, sono in grado di spostare gli equilibri regionali e nazionali dei prossimi anni. Per questo le sirene non stanno ammaliando soltanto “Ulisse”, gran parte della politica nazionale è rapita dal canto.

Punto primo. La società in liquidazione

Stretto di Messina Spa è stata messa in liquidazione nel 2013, è partecipata da Anas (81%), Rfi (13%), Regione Calabria (2,5%) e Regione Siciliana (2,5%). La prima mossa passa dal governo nazionale. “Ci vuole – spiega a LiveSicilia l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone – una norma che abroghi la messa in liquidazione della Società dello Stretto, subito dopo potrà tornare a essere stazione appaltante”.

Musumeci vuole far tornare il Ponte “nell’agenda del governo nazionale” e qui entra in ballo la politica. Su “Ulisse” ci sarebbe “dialogo e comunanza di vedute con tutti i partiti – aggiunge Falcone – dal Pd a Fratelli d’Italia, tranne che con il Movimento 5 Stelle”.

Punto secondo: i fondi

Servono circa 6miliardi di euro per realizzare il Ponte.

“Stiamo predisponendo tutta la documentazione necessaria. È intervenuto anche Tajani personalmente sulla questione”, continua l’assessore siciliano alle Infrastrutture.

La prima fonte di finanziamento potrebbe essere il Recovery Fund, Musumeci lo ha ribadito pubblicamente, ma ci sono altre due strade: “Darlo in concessione alla Webuild che si occuperebbe della riscossione dei pedaggi o realizzarlo con i contratti di programma di Sicilia e Calabria”. E a questo proposito entra in ballo un elemento fondamentale, attorno al quale ruota la sostenibilità finanziaria: il passaggio dei treni.

Treni e fondi

Da ambienti accademici e ingegneristici, provengono numerose perplessità sulle oscillazioni che potrebbe generare il ponte. Le ipotesi che sta analizzando LiveSicilia e che saranno presto al centro di nuovi approfondimenti, ipotizzano un’oscillazione di diverse decine di centimetri, che non consentirebbero il passaggio di un treno, a velocità ridotta.

Perché è importante il passaggio dei treni? Innanzitutto perché i treni sono gestiti dalle Ferrovie dello Stato, socio attraverso Rfi della Stretto di Messina e il loro traffico, già da solo, con una convenzione che coinvolge l’impresa costruttrice, potrebbe assicurare gran parte della sostenibilità dell’investimento. Anche e soprattutto nel caso di project financing.

E se poi non fosse possibile il passaggio dei treni? Si renderebbe necessaria una variante in corso d’opera, ma su questo sia l’ex ministro Pietro Lunardi, che Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, sono stati categorici, ai nostri microfoni: “Ci sono i migliori studi del mondo che lo confermano, i treni possono passare e il ponte si può fare, basta volerlo”.

La terza ipotesi “Le due Regioni Sicilia e Calabria – spiega Falcone – potrebbero essere autorizzate, con i contratti di programma, a finanziarlo direttamente”.

Il piano c’è, la competenza sulle grandi opere resta nazionale e da lì dovranno passare le navi di Musumeci, per portare Ulisse a casa.


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