"Positivo l'azzeramento | Ma non sia solo un risiko" - Live Sicilia

“Positivo l’azzeramento | Ma non sia solo un risiko”

Gianpiero D'Alia

Intervista a Gianpiero D'Alia. "Ora subito un'agenda con quattro grandi temi", dice il leader dell'Udc. Che è freddo sui rapporti col Nuovo centrodestra: "Hanno fatto altre scelte, ne prendo atto"

Gianpiero D'Alia
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PALERMO – “Credo che la riunione di maggioranza preceduta dall’azzeramento della giunta sia un fato positivo. Agevola un chiarimento e dirime un conflitto permanente tra Pd e Crocetta e all’interno del Pd che è stata la causa principale della paralisi della Regione nell’ultimo anno. Tutto questo lo hanno pagato i siciliani”. Gianpiero D’Alia, leader dell’Udc siciliana, vede di buon occhio il processo in corso nella maggioranza di governo. Ma chiede da subito un’agenda di cose concrete da fare. E non solo “un risiko di assessori”.

L’azzeramento riguarderà anche la vostra delegazione in giunta? Cambieranno gli assessori dell’Udc?

“E’ una valutazione che faranno il partito e il gruppo, sabato abbiamo convocato il comitato regionale. Non c’è un giudizio negativo sui nostri assessori, anzi tutt’altro. La scelta che abbiamo fatto è quella di persone competenti”.

Sabato parlarete di questo e di cos’altro?

“Trasformiamo il nome e il simbolo, introducendo la dicitura Udc Sicilia”.

Come mai?

“Pensiamo che sia necessaria una regionalizzazione del partito che guardi ai territori e agli amministratori locali”.

Lei parteciperà al vertice di stasera?

“Penso che andrà il segretario col capogruppo”.

Cosa vi aspettate di sentire da Crocetta?

“Penso che l’incontro sia utile per rasserenare il clima ma la cosa che ci interessa di più è che questo percorso sia utile per fare le riforme di cui ha bisogno la Sicilia. Il che vuol dire fissare un’agenda di cosa da fare a cui vincolarci tutti. Altrimenti questo diventa un rimpastino che rischia di essere l’eutanasia di questa maggioranza”.

Un’agenda di cose da fare con quali priorità?

“La prima è un’operazione verità sui conti pubblici e un intervento sul bilancio per evitare il dissesto finanziario. La seconda è una legge speciale per velocizzare tutte le procedure per l’utilizzo dei fondi europei con una cabina di regia. E una legge di semplificazione amministrativa su come i comuni devono spendere queste somme. So che verrà in questi giorni il sottosegretario Graziano Delrio con cui ho collaborato nel governo Letta, proprio per affrontare questo tema. Terza questione: superare le province e riempire di contenuti liberi consorzi e città metropolitane. E questa deve essere anche l’occasione per fare una grande riforma della pubblica amministrazione regionale che utilizzando il principio di sussidarietà trasferisca ai comuni e agli enti di area vasta una serie di funzioni che oggi non è capace di gestire. E poi una serie di riforme mirate ad attrarre investimenti. Come una riforma dell’urbanistica per dare tempi certi agli imprenditori che vogliono investire nel nostri territorio Sono queste le priorità che vogliamo siano definite”.

Lo direte già stasera?

“Sì. Se è solo il risiko degli assessori, è la fine di questa esperienza politica”.

Ci sono le basi perché davvero si cambi passo, secondo lei?

“Se non si fa questo, mi sembra poca cosa sostituire un assessore con un altro”.

Senta, lei e il suo partito in passato avete auspicato un coinvolgimento del Nuovo centrodestra nella maggioranza di governo. Oggi però Ncd promuove una mozione di sfiducia al presidente della Regione.

“Questo è un altro piano di discussione. La maggioranza si deve porre un altro tema. Che è quello di un corretto rapporto istituzionale tra governo e parlamento. Questo passa da piccole e grandi cose. Una è ripristinare una gestione collegiale dell’ufficio di presidenza dell’Ars che tenga conto dell’opposizione, che oggi non ha più vicepresidenti. Per questo io credo che occorra garantire la vicepresidenza lasciata vacante dall’onorevole Pogliese alle opposizioni”.

E quali sono le altre cose a cui si riferiva parlando del rapporto col centrodestra?

“Le mozioni di sfiducia, segnalano disagio e contestazione. Sono convinto che non verranno approvate. Però il tema di un confronto sullo statuto e sulla legge elettorale deve essere fatto, aprendo il dialogo con tutte le forze politiche, partendo da Forza Italia. Quanto alla vicenda Ncd, io ho sempre sostenuto la necessità di un coinvolgimento e di una condivisione. Ma ho preso atto che a fronte di questi inviti e aperture, Ncd ha scelto una strada diversa, quella di non volere entrare nella maggioranza, al punto di sostenere la mozione di sfiducia. Sono atti politicamente rilevanti di cui bisogna prendere atto”.

Insomma, queste nozze tra Udc e Ncd sembrano più lontane…

“Nel mio partito a livello regionale non ho trovato gradi entusiasmi. Ne discuteremo sabato mattina”.


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