Palermo marcia per i diritti | Storie dal Pride 2018 FOTO - Live Sicilia

Palermo marcia per i diritti | Storie dal Pride 2018 FOTO

Viaggio tra i protagonisti della parata organizzata per combattere ogni forma di discriminazione

La manifestazione
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PALERMO – In ritardo, ma è arrivata. Anche quest’anno Palermo ha ospitato la parata organizzata dal coordinamento di associazioni Palermo Pride, che dal 2009 combatte la discriminazione sociale, politica e sessuale. Un duplice ritardo, in primo luogo dovuto allo slittamento della data – da giugno a settembre – e poi, oggi stesso, per via della pioggia che si è abbattuta ininterrottamente sulla città. Non partiamo alle 15,30 ma alle 17″, la decisione degli organizzatori.

E nel trambusto di ombrelli e ripari di fortuna, i presenti accorsi per non perdersi la partenza si raccontano. Come due giovanissime, che preferiscono rimanere anonime. Una ha 13 anni, l’altra 15: “Io sono bisessuale”, dice la prima. La seconda: “Io lesbica”. Arrivano alla parata del Pride con le idee chiare, e con la consapevolezza che i tabù sessuali esistono ma possono essere annientati. “Se subiamo discriminazioni? Le nostre famiglie ancora non sanno della nostra sessualità, ma a tavola non è raro sentire ‘che schifo’ quando si parla di persone sessualmente ‘diverse'”.

PALERMO PRIDE 2018 – I VOLTI DELLA MANIFESTAZIONE – FOTOGALLERY

La folla di partecipanti continua ad aumentare e così anche la carica emotiva e simbolica: “La libertà deve essere il presupposto di ogni ambito della vita – dice Antonio –. Etero, gay o quant’altro, qui si lotta per la libertà universale dai pregiudizi”. Risponde anche a chi vede la parata come un eccesso e un concentrato di luoghi comuni: “Non lo sono forse anche le serate in discoteca a ballare musica commerciale? Chi giudica così non fa altro che continuare a limitare la libertà”.

Il sole fa capolino e partono i preparativi, con musica e decorazioni di ogni genere. Tra la folla anche Anna Fici, docente di sociologia all’Università degli Studi di Palermo, “in gita” per scattare fotografie. “È chiaro che l’eccesso viene avvertito, ma è un elemento presente in ogni forma di comunicazione. Ci può stare. E poi, diciamocelo, ce ne possiamo anche fregare, ormai della diversità, soprattutto quella sessuale, sappiamo davvero tutto. Anche di quella presente nel regno animale”. Ci sono anche gli aficionados, gli irriducibili che rinunciano al volo di ritorno a Milano pur di assistere alla parata: Davide e Silvia non potevano perdersi l’evento e, originariamente a Palermo per visitare i luoghi di Manifesta, hanno deciso di posticipare il rientro a casa. “Che atmosfera si vive nella Palermo del Pride? A dirla tutta, forse a Catania la diversità sessuale è più palese – rispondono – ed è vissuta in maniera un po’ più naturale. Vero, a piazza Sant’Anna sono stati montati tanti stand come ‘estensione’ del Pride, però fuori da lì è difficile trovare segnali di questa apertura. Anche solo coppie omosessuali che si tengono per mano. Noi partecipiamo sempre, anche a Milano, vogliamo che tutto ciò venga sdoganato ovunque”.

Alla partenza del corteo il carro principale, quello del coordinamento, è quasi pronto per essere ammirato in marcia e per ospitare i manifestanti. Sulla fiancata del camion salta subito all’occhio uno slogan che inneggia all’abbattimento delle barriere, fisiche e culturali, che limitano i flussi migratori. Marco Ghezzi, membro del direttivo di Palermo Pride e vice presidente di Arcigay Palermo, spiega i motivi del tema di quest’anno: “Per il Pride 2018 abbiamo scelto ‘De*Genere’. Per riappropriarci e rivendicare questo termine, noi oggi ci consideriamo ‘degeneri’ rispetto a una cultura d’odio, quasi normalizzata. La violenza è sotto agli occhi di tutti. L’idea è di essere qualcosa d’altro rispetto a queste politiche di chiusura dei porti – continua – e noi siamo per l’accoglienza e la solidarietà in senso veramente ampio. Nell’ultimo mese tante aggressioni a coppie gay, anche in abitazione. Aggressione a Milano, aggressione a Palermo ai danni di giovanissimi gay. Ma non solo, anche aggressioni a migranti. Insomma, questa nostra scelta era davvero necessaria”.

Gli animi si accendono e si può anche iniziare a parlare di numeri: sono ormai migliaia le persone accorse alla festa dei diritti Lgbti ma anche dei migranti e degli ultimi. “Questa partecipazione è dovuta anche alla nomina di Palermo Capitale della Cultura. Ci aspettavamo questi numeri – dice il portavoce del coordinamento Palermo Pride, Luigi Carollo –. È un Pride partecipato e colorato al quale la gente prende parte, perché per rivendicare diritti va bene anche una festa”. Presenti anche il sindaco di Palermo, Leoluca​ Orlando, e quello della gemellata Dusseldorf, Thomas Geisel. “Ogni cittadino fa parte delle nostre società – commenta Geisel – a prescindere dalla sua origine, provenienza, orientamento sessuale o religioso; uomo, donna, vecchio, giovane, cristiano o mussulmano. In Italia attualmente ci sono tendenze molto preoccupanti – conclude – che hanno ben poco a che fare con con la mia idea di civiltà aperta e che guarda al rispetto dei diritti umani. Palermo si differenzia da queste tendenze che sono in atto”. Secondo Orlando “ormai da anni il Pride di Palermo non è più il ‘Gay pride’. Il ‘Pride’ di Palermo è la festa dei diritti di tutti e di tutte, degli omosessuali, delle donne, dei bambini, dei migranti, degli anziani, dei lavoratori – dice il sindaco di Palermo -. Il Pride di Palermo è la festa di tutti coloro che vivono a Palermo o che scelgono di vivere a Palermo – aggiunge -. Una festa che quest’anno assume un significato ancora più importante nel momento in cui, così come avvenne col fascismo e con il nazismo tanti anni fa, qualcuno comincia ad attaccare i diritti di alcuni ‘per scherzo’. Ieri Mussolini cominciò ‘per scherzo’ ad attaccare gli ebrei, oggi qualcuno attacca ‘per scherzo’ i migranti. Poi arrivarono, da Mussolini e Hitler gli attacchi contro i rom, gli omosessuali, le persone con disabilità. Oggi siamo già in un’epoca pre-fascista in Italia e in Europa. Per questo essere al ‘Pride’ è non solo giusto – conclude – ma anche necessario”. E arriva anche il plauso di Claudio Fava, deputato regionale de I Cento Passi: “Il successo del Pride è un segnale importante – sottolinea -. Una splendida risposta a chi pensa di riportare indietro le lancette della storia cancellando anni di conquiste. Una manifestazione gioiosa che si contrappone al clima di rabbia e odio che si respira, sempre più opprimente, su questo paese”.

Alle 17,20 si rompono gli indugi e parte il Palermo Pride 2018, con il corteo che si avvia verso piazza Verdi a ritmo di musica e cori. C’è anche la fotografa Letizia Battaglia, madrina della manifestazione. Non c’è più spazio per le parole e per le riflessioni: si fanno largo la musica, le bandiere e i costumi. In un evento senza etichette: non solo festa, non una vera marcia politica ma neanche una passeggiata spensierata.


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