Catania – Cgil e Filcams, a conclusione di un’assemblea, hanno proclamato lo stato di agitazione alla Pubbliservizi di Catania per il rischio di 333 licenziamenti previsti per il 31 marzo. Lo rendono noto i segretari dei due sindacati, Carmelo De Caudo e Davide Foti. Il primo appuntamento della procedura è per il 24 febbraio, quando si terrà un confronto con i commissari liquidatori della società di servizi essenziali. Subito dopo, annunciano Cgil e Filcams, attraverso un’ulteriore assemblea, si concorderanno le giornate di mobilitazione e sciopero a supporto della vertenza.
“Oggi avviamo un percorso che dovrà assicurare delle garanzie occupazionali per le persone che collaborano nella Pubbliservizi – affermano De Caudo e Foti – Catania non può permettersi questa ennesima sconfitta. La partecipata è stata ‘cannibalizzata’ nell’ultimo decennio dalla politica più becera del territorio, come emerge da inchieste incardinate nel tempo, e oggi, purtroppo, a pagare il prezzo più alto sono le lavoratrici ed i lavoratori. Il fallimento giudiziale – sostengono i due sindacalisti – rispecchia la disfatta delle istituzioni sia politiche che tecniche e arriva in un momento di grande crisi del territorio catanese. L’apertura di questa procedura denota come ancora oggi non ci sia stata una proposta della Città Metropolitana capace di rassicurare il giudice fallimentare su un percorso concreto di salvataggio della Partecipata”.
“Grazie alla prefetta di Catania teniamo ancora aperto un ‘tavolo di crisi’ che punti l’attenzione sul lavoro e sui servizi di garanzia del servizio pubblico essenziale; ci riferiamo all’assistenza alla viabilità, alla gestione della stagione invernale sull’Etna, all’assistenza e alla pulizia negli istituti scolastici e a molto altro. Abbiamo richiesto insieme alla Cisl e alla Fisascat – ricordano De Caudo e Foti – un incontro urgente al presidente della Regione, che qualche giorno fa ha proposto la costituzione di una società speciale che possa, da un lato garantire il servizio e dall’altro tutelare il lavoro. Sono però tanti i dubbi che vorremmo chiarire con questa convocazione, con la speranza che la Presidenza veda nelle parti sociali un’ occasione di collaborazione e concertazione senza la quale difficilmente si potranno garantire stipendi e stipendi. Solo così si potrà ripartire con trasparenza e controllo per evitare i gravi errori già compiuti”.