Ricordare il passato |contro la "banalità del male" - Live Sicilia

Ricordare il passato |contro la “banalità del male”

Per il sociologo Luigi De Luca "Non mantenere in vita il ricordo delle espressioni passate del male e della sua “banalità” rischia di diventare un pericoloso lasciapassare a odio e intolleranza

Giornata della memoria
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Luigi De Luca Giornata della Memoria

Luigi De Luca

CATANIA – “Nella nostra società siamo spesso portati a credere e pensare che il “male”, nelle sue svariate declinazioni, sia un retaggio del passato. Lo spiega a Live Sicilia Catania il sociologo Luigi De Luca, in occasione della “Giornata della Memoria” per le vittime dell’Olocausto.

“Siamo portati a credere e pensare che una società tecnologicamente avanzata come la nostra si sia affrancata da quelle derive dell’umana follia che, nel passato, hanno prodotto effetti mostruosi come, ad esempio, la persecuzione sistematica adoperata dal regime nazista di Hitler nei confronti delle popolazioni ebree, alla loro deportazione ed al perseguimento del tentativo di completo sterminio.

Nel 1963 Hannah Arendt, dopo aver seguito a Norimerga le 120 sedute del processo Eichmann (il famigerato criminale nazista), avrebbe scritto sulla “banalità del male”, di quel male che aveva ben conosciuto all’interno dei campi di sterminio nazista. La Arendt analizzò i modi in cui la facoltà di pensare può evitare le azioni malvagie. Lei sostenne che “le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, nè demoniaco ne mostruoso”.

La percezione che la Arendt ebbe di Eichmann sembrava essere quella di un uomo comune, caratterizzato dalla sua superficialità e mediocrità che la lasciarono stupita nel considerare il male da lui commesso nell’organizzare la deportazione di milioni di ebrei nei campi di concentramento. Ciò che la Arendt scorgeva in quel criminale nazista non era neppure stupidità, era bensì l’incapacità di pensare.

Eichmann aveva sempre agito all’interno dei ristretti limiti imposti dalle leggi e dagli ordini del suo governo, adoperando quella che potremmo definire una “cieca obbedienza”. Egli faceva, dunque, parte di una massa di “ciechi burocrati” che, ad osservarli, apparivano perfettamente “normali” ma i cui atti erano indiscutibilmente mostruosi.

Proprio nelle pieghe della terribile “normalità” di quella massa di ciechi burocrati criminali, che erano stati capaci di commettere le più grandi atrocità che il mondo avesse mai visto, la Arendt rintraccia quella che chiamerà la “banalità del male“.

Questa terribile “normalità” fa sì che alcuni atteggiamenti comunemente ripudiati dalla società (in questo caso i programmi di sterminio degli ebrei adoperati dalla Germania nazista) trovassero luogo di manifestazione nel cittadino comune, di quel cittadino che non riflette sul contenuto delle regole imposte e non partecipate, che le applica incondizionatamente e che “commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono di accorgersi o di sentire che agisce il male”.

Quel male, che ci sembra così tanto lontano e debellato, si è continuato a manifestare ancora in molte altre occasioni ed anche ai nostri giorni caratterizza terribili scorci di realtà. Basti pensare alle pulizie etniche adoperate, qualche decennio fa, da nazionalisti serbi e croati nell’area balcanica, ai danni delle minoranze etniche musulmane, alla sanguinosa guerra fratricida che si sta consumando in Siria sotto i nostri occhi o, ancora, ai recentissimi fatti di sangue accaduti negli Stati Uniti nei quali, anche bambini e adolescenti, sono stati vittime inermi di violenze e uccisioni apparentemente scaturite dall’umana follia.

Domenica 27 gennaio è il giorno della memoria, il giorno in cui si ricorda la “shoah”, ovvero la persecuzione e lo sterminio delle popolazioni ebree ad opera della Germania nazista. Ecco perché non dobbiamo dimenticare! Ecco perché è necessario ricordare e ancor di più, conservare gelosamente la memoria, facendo tutto il possibile per trasferirla al tutte le generazioni che verranno.

Nel giorno della memoria è necessario ricordare il passato per non rimanere silenti ed inermi di fronte ai terribili fatti che si verificano ancora nel presente. Bisogna ricordare il passato per non girare lo sguardo nei confronti di tutte quelle derive ideologiche, di tutti quei comportamenti estremi, di singoli o di gruppi, apparentemente ingiustificati e assolutamente ingiustificabili che, ancora oggi, mantengono vivo e tendono a disseminare e far germogliare il seme antico dell’odio e dell’intolleranza, alimentando le paure nei confronti di tutto ciò che, diverso da noi, non comprendiamo o ci rifiutiamo di comprendere.

Il “sonno della ragione genera i mostri”, era il titolo di un famoso dipinto di Francisco Goya. Non mantenere in vita il ricordo delle espressioni passate del male e della sua “banalità” come, appunto, la persecuzione e lo sterminio degli ebrei della prima metà del secolo scorso, rischia di diventare un pericoloso lasciapassare al male che, ancora oggi e a dispetto della ragione, “banalmente” e pressoché quotidianamente continua ad affacciarsi nelle nostre vite ed a generare “normali” mostruosità.

 

 


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