Salvatore Borsellino in via D'Amelio: "A Paolo chiederei perdono"

Salvatore Borsellino in via D’Amelio: “A Paolo chiederei perdono” – VIDEO

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    Caro Salvatore a paolo dobbiamo chiedere tutti scusa e lo dobbiamo fare perché tutti noi abbiamo contribuito ad assassinarlo attraverso l’omertà, i voltafaccia, la strafottenza ed altro ancora che contraddistingue l’essere umano palermitano o non palermitano che ogni giorno e in ogni cosa attua costantemente. Ma caro salvo grazie a paolo e Giovanni ancora ce qualcuno che non si.piega e seppur come loro oggetto di mille vessazioni A TESTA ALTA DENUNCIA E VA AVANTI

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Nonostante lo sforzo dei falchi l attivita di spaccio prosegue nella zona di Ballarò fra le bancarelle del mercato. I tossici si mettono in fila per attirare l attenzione dei numerosi pusher africani non lontano dalla chiesa di S.antonino. Manca un presidio interforze.

Per esprimere un giudizio su questa vicenda, partirei da un dato di fatto che non si deve e non si può prestare ad interpretazioni: dopo, ci si può esprimere sul “fatto” ma, ripeto, si tratta del mio pensiero, privo di alcuna pretesa. Il dato di fatto è che 5 anni fa, a 147 migranti non fu consentito lo sbarco a Lampedusa, con i rischi noti a tutti. 147 persone, stremate e fuggite da fame ed orrori, a mio parere, subiscono l’affronto di restare in alto mare, a crepare. Questi sono i fatti. Per quanto riguarda le “ragioni”, io ho le mie, il politico Salvini ha le sue, il governo di centro destra ha le sue e protegge il Salvini, l’avvocatessapolitica difende il Salvini ed ha le sue, la politica di centro sinistra ha le sue idee contrarie, l’ANM ha le sue, a protezione dell’operato della Magistratura. Dice Salvini che difendere i confini non è reato; dice la sinistra che vietare lo sbarco a 147 persone è sequestro di persona!; dice la Magistratura che i diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini; dice l’ANM che vi sarebbero in atto pressioni sulla Magistratura. Premesso che ognuno dirà quel che vuole nel rispetto della proprie libertà di espressione, personalmente mi pongo un problema etico e di condotta morale, che prescinde da queste infinite posizioni di parte; mi pongo un problema di essere umano, di cittadino, di soggetto che si sforza di condividere il consorzio civile per il proprio benessere avendo cura di dare assoluta precedenza all’interesse della collettività, per il benessere di ogni singolo essere umano, evitando quindi, di prevaricare il medesimo essere umano. Che si tratti di una sola persona oppure di 147, poco importa; che fra i 147 soggetti in difficoltà, in alto mare, vi possano essere anche criminali, lo ritengo marginale e subordinato al fatto che prioritariamente, vada “salvato” chi criminale non è e si trova nella barca che affonda, anche se il soggetto non criminale è soltanto uno. Eticamente sono portato a pensarla in questa maniera, ovvero che chi è in difficoltà va aiutato e salvato, poi se si tratta di criminali, ci sarà il tempo della giustizia per quanti hanno violato la legge. Salvare una vita umana o tante vite umane, a mio avviso ha la precedenza assoluta su ogni ragione, per quanto le ragioni contrarie possano apparire “nobili”. A volte, e questo è anche il mio caso, si può accostare l’etica della condotta ai principii della Religione cattolica. Ed è noto, nel merito, qual è il pensiero “cattolico”, tra l’altro ribadito con grande umiltà in infinite circostanze da Papa Francesco. Orbene, mi stupisco delle contraddizioni e delle incoerenze di taluna politica che sbandiera lo slogan “Dio Patria Famiglia”, laddove Patria e Famiglia è un principio che “vale” per gli “altri” tranne per chi lo sbandiera; peggio, mi disgusta e mi addolora che lo slogan invochi Dio, tranne che, poi, fare tutto il contrario di ciò che vorrebbe Dio (a titolo meramente esemplificativo, mi rifiuto di credere che Dio possa pensare di anteporre la difesa dei confini territoriali ai diritti umani). In verità, mi sorprende anche la contraddizione comportamentale di chi “sgrana” il Santo Rosario (e sostiene di amare la Madonna) ma antepone sempre la difesa dei confini territoriali ad una o più vite umane. Certo, la politica non ha molti punti in comune con l’etica, almeno in questo caso ed ha certamente altre priorità. Ma, a mio avviso, è quanto meno tendenzioso affermare che si rischia il carcere perché processato dalla sinistra in un “processo politico” per avere avuto la colpa di “difendere i confini”. Questa teoria non la condivido: rimane il fatto, gravissimo, di avere dato precedenza a questo aspetto che riguarda la spasmodica ricerca del consenso elettorale a tutti i costi…costi quel che costi, tant’è vero che la vita di 147 persone è stata subordinata a questa balorda teoria. Rimane, infine, il rammarico del pensiero della società civile che, sovente, non è un pensiero libero da condizionamenti di parte, ma vincolato e subordinato alla “appartenenza”: non può esistere una “difesa d’ufficio” ma, a mio avviso bisognerebbe “guardare” soltanto i fatti: cosa pensereste se uno dei 147 naufraghi fosse stato un vostro fratello (di sangue)? O, peggio, se fosse capitato a voi? Non possiamo capire: vi è la diffusa ed errata (a mio parere) convinzione che chi viene in Italia ci toglie il lavoro (due volte su tre lavoro in nero e della peggiore specie che mai nessuno di noi vorrebbe fare); che ci toglie l’aria; che ci toglie il respiro; che ci toglie il cibo…e via dicendo. Ovvio, non tutti quelli che entrano nel nostro Paese sono bisognosi e per bene, ma prima viene l’uomo, prima viene l’essere umano: in questa terra c’è spazio e cibo per tutti, basta volerlo; il contrario, è una precisa scelta di ognuno di noi, nel nostro piccolo, grandemente responsabili.

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