Sgozzata nella propria abitazione |Le ultime parole prima di morire - Live Sicilia

Sgozzata nella propria abitazione |Le ultime parole prima di morire

Ripercorsi in aula gli ultimi momenti di vita di Maria Ruccella.

L'UDIENZA
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CATANIA. Gli ultimi istanti di vita di Maria Ruccella, sgozzata nella propria abitazione di vicolo Soldato Giovanni Ponturo a Calatabiano, sono stati ripercorsi durante l’ultima udienza del processo, in corso davanti alla Corte di Assise di Catania, che vede alla sbarra Paolo Cartelli, accusato dell’omicidio dell’anziana. Quei momenti drammatici sono stati raccontati dall’appuntato dell’Arma Sebastiano Di Bella, militare della locale stazione, tra i primi ad intervenire sui luoghi insieme ai sanitari del 118. L’uomo, a cui i soccorritori hanno mostrato prima la profonda ferita alla gola, ha tentato di raccogliere la testimonianza della vittima, ormai agonizzante. Il carabiniere le ha chiesto di riferire chi fosse stato a colpirla. Ma la donna, con una voce flebile, avrebbe avuto la forza di dire solo queste poche parole: “Se n’è scappato da dietro”. Dopo l’anziana, sempre più debole, non sarebbe più stata in grado di parlare. Poco dopo il decesso. Inutile il trasporto in elisoccorso all’ospedale Cannizzaro di Catania.

A ricostruire, su richiesta del pubblico ministero Andrea Norzi, l’attività investigativa avviata subito dopo i soccorsi è stato il maresciallo Sebastiano Curcuruto, comandante della stazione dei carabinieri di Calatabiano. Un’indagine durata meno di 24 ore. Il giorno dopo l’omicidio, infatti, la madre dell’imputato ha consegnato il figlio ai carabinieri. “L’indomani mattina mi chiamò la madre di Paolo Cartelli – spiega in aula il maresciallo Curcuruto – e mi disse di non cercare più e di raggiungerlo a casa. Pensai subito che si trattava di qualcosa legato all’omicidio e che fosse coinvolto il figlio. Poco tempo prima lo avevamo denunciato per un furto ai danni di un rappresentante”. Il militare dell’Arma, recatosi immediatamente nell’abitazione di Cartelli, lo avrebbe trovato in stato di agitazione. Solo dopo essersi calmato, avrebbe confessato. “Aveva il vizietto di rubacchiare e faceva dei lavoretti saltuari. Non sono un medico, ma di sicuro è un ragazzo con dei problemi”. Questa la breve descrizione dell’imputato fornita dal maresciallo dell’Arma davanti alla Corte. Proprio le condizioni mentali del 38enne saranno al centro della prossima cruciale udienza, fissata per il 12 giugno. In quella data, infatti, oltre alla madre e alla sorella dell’imputato, sarà sentito il neuropsichiatra Antonio Petralia, consulente nominato dal legale della difesa Lucia Spicuzza. Una testimonianza molto attesa. Sullo stato mentale dell’imputato si gioca infatti l’intero processo. 

 

 

 

 

 

 


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